Oggi ti racconto di 4 vini bevuti a cena in compagnia di qualche amico degustatore. Serata tranquilla, chiacchiere coinvolgenti, i bei piatti e l’ambiente accogliente dell’Osteria Lagrandissima di Milano, ecco gli ingredienti che hanno accompagnato un riuscito poker di vini.
Champagne Réserve Thierry Fournier extra-brut


Thierry Fournier si trova nella Vallée de la Marne e dal 1930 valorizza al meglio la varietà principe del luogo, il pinot meunier. Il vino che abbiamo bevuto è un assemblaggio di meunier (80%), chardonnay (10%) e pinot noir (10%). Champagne estremamente godibile, senza alcuna sbavatura, si presenta con un bel colore giallo dorato ed una bollicina sottile e continua. L’olfatto è un bel mix di agrumi, frutta gialla e note minerali (calcare). Uno Champagne molto classico, dal rimarchevole equilibrio, scorrevole e semplice, ma senza rinunciare a intensità e stratificazione. Molto convincente, anche nel prezzo (30-40 €).
Furmint 2022 – Péter Nagyvàradi


Péter Nagyvàradi è un giovane vignaiolo ungherese che dopo varie esperienze in altre aziende in Ungheria, Cile e Nuova Zelanda fonda nel 2021 la propria micro azienda al nord del Lago Balaton. Un vero e proprio garagista, visto che al momento possiede solo 2 ettari di vigna. L’impostazione è naturale e il furmint che abbiamo nel calice è un vino di grande personalità. Naso molto intrigante: caffè verde, sedano, pompelmo, note cerealicole, fiori di campo. Il sorso è leggero, dal corpo esile (11%), ma molto dinamico, energico e vitale. Vino originale e dalla fattura impeccabile.
Côtes du Jura Pinot Noir Cuvée Julien 2020 – Jean-François Ganevat


Il Domaine Ganevat è ormai una realtà biodinamica conosciutissima, una delle star del Jura. Naso eccezionale e mutevole: parte sul frutto (fragola nettissima, poi melograno), quindi una rinfrescante nota di foglie di menta, un tocco affumicato e intriganti note speziate. Sorso delicato e dall’alcol contenuto (12%), alla concentrazione preferisce la dinamica e la profondità, grazie ad una freschezza pronunciata che accompagna lo sviluppo del vino fino ad un finale sapido e lungo, su ritorni di spezie e frutta rossa.
Barolo Santo Stefano di Perno 2006 – Giuseppe Mascarello

La storia di Mascarello Giuseppe e Figlio risale al 1881 ed è senz’altro una tra le aziende più rappresentative delle Langhe. Santo Stefano di Perno è un vigneto, sito in Monforte d’Alba, vinificato dall’azienda dal 1989. Appena versato, dopo ben 18 anni di bottiglia, ha bisogno di distendersi ma già il colore lascia stupefatti: un rosso rubino dai riflessi granato luminoso e senza alcun cedimento. L’olfatto si dipana lentamente, prima è compresso su note di catrame e rose appassite, poi si rasserena, arriva il lampone, l’anguria, una nota balsamica (eucalipto) e, da ultimo, un sentore quasi salmastro. Bocca potente e ampia ma senza alcun eccesso alcolico, il vino ha un’ottima progressione, risulta stratificato e il tannino è mirabile per grana, estrazione ed eleganza. Chiude lungo e saporito, su ritorni di spezie, frutta rossa e sale.
Diego Mutarelli
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