Cesanese di Affile “Nemora” 2019 – Raimondo

Su queste pagine abbiamo già parlato in passato del Cesanese di Olevano Romano e del Cesanese del Piglio. Non avevamo mai riportato però un assaggio di un Cesanese di Affile ed oggi colmiamo la lacuna grazie ad un vino – ottenuto dal vitigno a bacca rossa cesanese di Affile (biotipo diverso dal cesanese comune) – dell’azienda Raimondo.

Cesanese di Affile Nemora 2019 – Raimondo

Raimondo alleva circa 4 ettari di vigna nel comune di Affile, in provincia di Roma. La leggenda vuole che il nome cesanese derivi dal territorio in cui veniva ricavato lo spazio per la vite, “caesae” è infatti un termine latino per indicare “luoghi dagli alberi tagliati”. La zona di Affile era infatti ricoperta di boschi (“nemora”, non a caso il nome del vino che abbiamo nel calice). Fortunatamente di boschi ne sono rimasti ancora ed incorniciano le parcelle coltivate dall’azienda.

Gli appezzamenti del Nemora si trovano tra i 450 e i 550 metri sul livello del mare con impianti piuttosto fitti, le uve sono colte a piena maturazione ad ottobre inoltrato. Dopo la vinificazione il vino sosta per circa 12 mesi in acciaio e in botti di legno da 500 litri.

Il vino si presenta in una luminosa veste rubino chiaro. Inizialmente l’olfatto è piuttosto reticente, dopo qualche secondo nel bicchiere ecco però che si dipana su note di fruttini rossi e neri (ribes, more), quindi note più austere di macchia mediterranea e bosco, come alloro, ginepro, resina, ma anche peonia e un che di terroso.

Il sorso è gustoso fin dall’ingresso, l’alcol (14%) è gestito alla perfezione. Grazie ad un’ottima freschezza che sostiene lo sviluppo, il vino risulta dinamico, sapido e dal tannino fine e fitto.

Chiude lungo su ritorni di ribes e spezie.

Plus: vino molto interessante dall’ottima beva ma per nulla semplice. Freschezza, eleganza e una certa stratificazione sono caratteristiche che possono mettere d’accordo molti appassionati. Il prezzo poi è particolarmente centrato (intorno ai 15 €).

Diego Mutarelli
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Live Wine 2017: i 5 migliori assaggi per Vinocondiviso

Oltre 150 le aziende presenti nella due giorni di Live Wine 2017, rassegna dedicata al vino artigianale che si è appena tenuta a Milano.

Live Wine 2017
Live Wine 2017

Ho degustato prevalentemente la domenica mattina, senza troppa ressa, e devo dire che l’evento mi è parso ben riuscito. Produttori noti e meno noti, italiani e stranieri, insomma il giusto mix per incuriosire l’appassionato alle prime armi e il degustatore più esigente.

Di seguito ti riporto i miei 5 migliori assaggi:

#1
Catarratto “Saharay” 2015 – Porta del Vento
Porta del Vento è sita in una vallata a seicento metri di altezza a Camporeale, in provincia di Palermo. Certificazione biologica, utilizzo dei preparati biodinamici in vigna, interventi limitatissimi in cantina. Porta del Vento ha portato al Live Wine una selezione molto interessante. I vini che mi hanno più colpito sono stati i bianchi ottenuti da uva catarratto. In particolare, straordinario per intensità e complessità, insieme ad una grande facilità di beva, il Saharay, ottenuto da vigne di catarratto piantate ad alberello e che macera sulle bucce in tini aperti (e senza l’aggiunta di lieviti esogeni) per 30 giorni. Consigliatissimo!
Da non perdere dell’azienda anche l’interessante vino rosso da uve Perricone (2014).

#2
Cesanese di Olevano Romano DOC “Cirsium” 2013 – Damiano Ciolli
Avevo già sentito parlare di questo produttore esclusivamente dedicato al vitigno a bacca nera Cesanese di Affile, non ero però ancora riuscito ad assaggiare una bottiglia. Che sorpresa! Vino ottenuto da vigne di 50 anni e che fa un lungo affinamento prima in botte grande, poi in cemento ed infine in bottiglia. Austero, articolato e potente ma di grande dinamica. Vino molto serrato nel tannino e dalla persistenza importante.
Seguirò con attenzione il produttore Damiano Ciolli anche perché è risultato molto convincente anche l’altro vino aziendale, il più immediato Silene (2015), vino meno ambizioso ma per nulla banale.

Terre Siciliane Bianco IGP
Munjebel 2015 – Frank Cornelissen

#3
Terre Siciliane Bianco IGP “Munjebel” 2015 – Frank Cornelissen
Vigne di circa 40 anni di Grecanico e Carricante, allevate tra i 650 e i 900 m di altitudine, danno origine a questo vino bianco macerato sulle bucce e senza solfiti aggiunti. Cornelissen è uno dei più discussi produttori dell’Etna e, pur essendo anche andato a trovarlo ai piedi del vulcano, non avevo ancora avuto l’occasione di assaggiare questo suo vino bianco. Naso molto particolare di frutta dolce, erbe aromatiche ed una mineralità evidente. Bocca profondissima, salata e viva. Vino dalle grandi potenzialità gastronomiche e di prorompente personalità.

#4
Sangiovese “TÏN” 2015 – Montesecondo
Fermentazione e macerazione in anfora per 10 mesi per questo sangiovese energico e vigoroso. Acidità viva e tannino croccante dialogano in armonia dando al sorso una grande dinamica. Vino che evolverà benissimo, ci scommetto!
Montesecondo è un altro produttore che non avevo mai assaggiato e che seguirò con maggior attenzione in seguito.

#5 
Barolo Perno 2010 – Elio Sandri
Elio Sandri è un produttore di Monforte d’Alba che vende, con grande anticipo, quasi tutta la sua produzione all’estero. E abbastanza difficile recuperarne qualche bottiglie e non illuderti che andando da lui le cose siano più facili! 🙂 E’ stata quindi una piacevole sorpresa poterlo incontrare al Live Wine: il Barolo Perno 2010 è scontroso, l’acidità è molto vivace così come il tannino. Vino austero e tutto da farsi ma che lascia già intravvedere le stimmate di grandezza.

Questi i miei migliori assaggi, ma i vini ed i produttori interessanti che ho assaggiato sono stati parecchi: Emidio Pepe, Ferrara Sardo (Etna), Jeaunaux-Robin (Champagne), Zidarich, Planquette (Bordeaux)…