Qualche bella bottiglia assaggiata a Live Wine 2023

Sono ancora divertenti e didattiche le fiere del vino? I banchi di assaggio? I saloni enogastronomici?

La risposta è molto soggettiva naturalmente, e dipende anche dalla curva di esperienza che ciascun appassionato di vino sta attraversando. Quando si è alle prime armi ci si getta sugli eventi vinosi con entusiasmo bulimico, ci si esalta per la possibilità di assaggiare molte cose e conoscere i produttori e si corre volentieri il rischio di assaggiare tanto e capirci poco. Quando ci si fa più smaliziati ed esperti si tende a snobbare questi eventi per masterclass o degustazioni mirate. Da qui in poi le strade divergono: qualcuno inizia a bere solo per edonismo e si concentra su poche etichette dal “valore sicuro”, altri non rinunciano al piacere della scoperta, dell’incontro con nuovi produttori e tipologie di vino, sprezzanti del pericolo di imbattersi in vini poco interessanti, noiosi o imprecisi.

Dopo la mia visita al Live Wine 2023 di Milano, da quest’anno riservato ai soli operatori, la mia risposta alla domanda iniziale è dunque affermativa. Sì, alle fiere del vino si impara e ci si diverte ancora. A patto di lasciarsi coinvolgere, di essere capaci di accogliere la serendipità, la scoperta fortuita, che è pronta a sorprenderci tra i banchetti dei diversi produttori.

Di seguito ti racconto dei vini che mi hanno colpito di più, alcuni di questi di produttori che non avevo ancora mai provato.

L’azienda Agricola Caprera si trova in Abruzzo, tra il Parco Nazionale del Gran Sasso e quello della Maiella a 400 metri s.l.m, in questo territorio oltre alla vigna alleva e custodisce grano, ulivi, bosco. Tra i vini assaggiati di questa azienda due sono quelli che mi hanno particolarmente colpito. L’ottimo Cerasuolo d’Abruzzo “Sotto il Ceraso” 2020, ottenuto da una vigna di 90 anni, vendemmiato la prima metà di ottobre e affinato in acciaio e tonneaux, è fine ed elegante, un cerasuolo di montagna che però pinotteggia nel suo incedere fresco e nel frutto rosso vivace, il sorso è succoso, vibrante, lungo e gustoso su ritorni di ciliegia e sale. Sorprende per finezza e leggiadria anche il Montepulciano d’Abruzzo “Le Vasche” 2020, tipologia che spesso eccede in tratti muscolari e alcolici, e qui invece è fresco ed equilibrato, ma sapido e di grande persistenza.

Non conoscevo l’Azienda Agricola Antonio Ligabue che in Valcamonica produce vini naturali senza aggiunta alcuna di solforosa. Tra i vini assaggiati mi ha stupito il Vino Rosso “Minègo” 2007, una barbera ultracentenaria che ha maturato 31 mesi in botti di 500 litri, integrità sbalorditiva, per un vino dal frutto vivo, dal sorso profondo e dall’incedere aristocratico. Di interesse anche il Vino Bianco “BLE” 2021, da petite arvine, che si propone con accattivanti sentori di pesca gialla e delicato vegetale, per uno sviluppo fresco e dinamico.

Istinto Angileri è un’azienda agricola di Marsala che non avevo mai provato e che ha presentato una gamma di alto livello, nessun vino men che esemplare. Dal Terre Siciliane IGP “Principino” 2021, un grillo di grande carattere da una vigna affacciata sul mare che integra perfettamente il suo generoso tenore alcolico (14%) in una materia ricca e stratificata, all’affusolato zibibbo secco Terre Siciliane IGP “ZETA” 2021, per arrivare al salatissimo Rosato IGP Terre Siciliane “Ro.Sa.” 2021 ottenuto dall’originale vitigno autoctono parpato.

Altra azienda siciliana di interesse, seguita dal medesimo enologo di Istinto Angileri, è Nuzzella. L’Etna Rosso “Selmo” 2020 è ottenuto da nerello mascalese dal versante Nord-Est dell’Etna, di grande piacevolezza pur se dal profilo austero che si dipana tra frutta rossa, erbe di montagna e rimandi minerali, sorso con più fibra che polpa, ottimo sviluppo e chiusura minerale.

Per chiudere torniamo al nord, in Valle d’Aosta, con la Maison Maurice Cretaz, produttore biodinamico che presenta una “rocciosa”, floreale e sapida petite arvine, si tratta del “Lie Banques” 2021, in rosso stupisce il “BOS Monot” 2019, un nebbiolo di montagna che sa di melograno, ribes ed erbe aromatiche, dall’impatto gustativo piacevolmente “elettrico”, dal tannino croccante e saporito.

Ebbene sì, alle fiere del vino si possono ancora fare belle scoperte, purché si sposi la filosofia di quel tale che disse “preferisco avere una mente aperta alle novità che una mente chiusa dai dogmi.”

Diego Mutarelli
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Live Wine 2018: 3, 4 e 5 marzo a Milano!

Questi mesi invernali sono molto fitti di appuntamenti vinosi. Tra i molti eventi te ne segnalo oggi uno che mi sta particolarmente a cuore. Si tratta de Il Salone Internazionale del Vino Artigianale – Live Wine, giunto ormai alla sua quarta edizione.

Live Wine 2018: 3-4-5 marzo a Milano
Live Wine 2018: 3-4-5 marzo a Milano

Il Live Wine 2018 si terrà a Milano sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 marzo.

Ti ho già parlato del Live Wine 2017 (leggi al seguente link i miei migliori assaggi di un anno fa) e anche quest’anno sarò presente negli storici spazi del Palazzo del Ghiaccio di Milano. Non mancherò di raccontarti le miei impressioni.

E tu ci sarai?

Mi auguro di sì, così potremo condividere le nostre scoperte.

Eh sì, perché il Live Wine consente ogni anno di scoprire qualche chicca o di approfondire de visu la conoscenza di qualche produttore meno noto.

Le cantine selezionate sono aziende di piccole e medie dimensioni che praticano agricoltura biologica o biodinamica e vinificano senza utilizzare additivi enologici per ottenere un vino che esprima al massimo il territorio, l’annata e la bravura del produttore.

L’elenco dei partecipanti – dovrebbero essere circa 150 – sarà disponibile a brevissimo sul sito dell’evento: www.livewine.it.

Live Wine 2017: i 5 migliori assaggi per Vinocondiviso

Oltre 150 le aziende presenti nella due giorni di Live Wine 2017, rassegna dedicata al vino artigianale che si è appena tenuta a Milano.

Live Wine 2017
Live Wine 2017

Ho degustato prevalentemente la domenica mattina, senza troppa ressa, e devo dire che l’evento mi è parso ben riuscito. Produttori noti e meno noti, italiani e stranieri, insomma il giusto mix per incuriosire l’appassionato alle prime armi e il degustatore più esigente.

Di seguito ti riporto i miei 5 migliori assaggi:

#1
Catarratto “Saharay” 2015 – Porta del Vento
Porta del Vento è sita in una vallata a seicento metri di altezza a Camporeale, in provincia di Palermo. Certificazione biologica, utilizzo dei preparati biodinamici in vigna, interventi limitatissimi in cantina. Porta del Vento ha portato al Live Wine una selezione molto interessante. I vini che mi hanno più colpito sono stati i bianchi ottenuti da uva catarratto. In particolare, straordinario per intensità e complessità, insieme ad una grande facilità di beva, il Saharay, ottenuto da vigne di catarratto piantate ad alberello e che macera sulle bucce in tini aperti (e senza l’aggiunta di lieviti esogeni) per 30 giorni. Consigliatissimo!
Da non perdere dell’azienda anche l’interessante vino rosso da uve Perricone (2014).

#2
Cesanese di Olevano Romano DOC “Cirsium” 2013 – Damiano Ciolli
Avevo già sentito parlare di questo produttore esclusivamente dedicato al vitigno a bacca nera Cesanese di Affile, non ero però ancora riuscito ad assaggiare una bottiglia. Che sorpresa! Vino ottenuto da vigne di 50 anni e che fa un lungo affinamento prima in botte grande, poi in cemento ed infine in bottiglia. Austero, articolato e potente ma di grande dinamica. Vino molto serrato nel tannino e dalla persistenza importante.
Seguirò con attenzione il produttore Damiano Ciolli anche perché è risultato molto convincente anche l’altro vino aziendale, il più immediato Silene (2015), vino meno ambizioso ma per nulla banale.

Terre Siciliane Bianco IGP
Munjebel 2015 – Frank Cornelissen

#3
Terre Siciliane Bianco IGP “Munjebel” 2015 – Frank Cornelissen
Vigne di circa 40 anni di Grecanico e Carricante, allevate tra i 650 e i 900 m di altitudine, danno origine a questo vino bianco macerato sulle bucce e senza solfiti aggiunti. Cornelissen è uno dei più discussi produttori dell’Etna e, pur essendo anche andato a trovarlo ai piedi del vulcano, non avevo ancora avuto l’occasione di assaggiare questo suo vino bianco. Naso molto particolare di frutta dolce, erbe aromatiche ed una mineralità evidente. Bocca profondissima, salata e viva. Vino dalle grandi potenzialità gastronomiche e di prorompente personalità.

#4
Sangiovese “TÏN” 2015 – Montesecondo
Fermentazione e macerazione in anfora per 10 mesi per questo sangiovese energico e vigoroso. Acidità viva e tannino croccante dialogano in armonia dando al sorso una grande dinamica. Vino che evolverà benissimo, ci scommetto!
Montesecondo è un altro produttore che non avevo mai assaggiato e che seguirò con maggior attenzione in seguito.

#5 
Barolo Perno 2010 – Elio Sandri
Elio Sandri è un produttore di Monforte d’Alba che vende, con grande anticipo, quasi tutta la sua produzione all’estero. E abbastanza difficile recuperarne qualche bottiglie e non illuderti che andando da lui le cose siano più facili! 🙂 E’ stata quindi una piacevole sorpresa poterlo incontrare al Live Wine: il Barolo Perno 2010 è scontroso, l’acidità è molto vivace così come il tannino. Vino austero e tutto da farsi ma che lascia già intravvedere le stimmate di grandezza.

Questi i miei migliori assaggi, ma i vini ed i produttori interessanti che ho assaggiato sono stati parecchi: Emidio Pepe, Ferrara Sardo (Etna), Jeaunaux-Robin (Champagne), Zidarich, Planquette (Bordeaux)…