Champagne, Pinot Noir e Nebbiolo alla cieca

Langhe Nebbiolo 2015 - Giuseppe Mascarello

Come augurare buon compleanno ad un amico degustatore che si proclama “eno-gay”? Vietati i vini marmellatosi, bandito il tannino graffiante, si accettano solo vini sapidi, dall’acidità pronunciata e possibilmente non troppo alcolici.

Poche ma chiare le regole di ingaggio degli invitati. Qualcuno si è attenuto strettamente al diktat, qualcun altro un po’ meno, ma altrimenti che degustazione alla cieca sarebbe stata?

Ecco i vini che abbiamo bevuto:

Champagne, Pinot Noir e Nebbiolo
Champagne, Pinot Noir e Nebbiolo

Champagne “Assemblage” Extra Brut 2008 – Bruno Paillard

Agrumi, fiori bianchi e gesso tratteggiano una bocca austera e rigorosa. Bolla fitta e sottile, sorso elegante. Acidità poderosa ma assolutamente in filigrana al corpo del vino. Nessuno squilibrio, un insieme molto armonico per un finale decisamente lungo e salato. Champagne ancora giovanissimo. Essenziale ma non disadorno.

Champagne 736 Extra Brut “Dégorgement Tardif” – Jacquesson

Qui la frutta c’è ed è anche gialla, accompagnata da tocchi di burro, zenzero ed una intensa mineralità calcarea. Bolla fittissima e fine. Saporito e di ottima struttura, la materia si percepisce nel finale sapido e di gran volume. Il vino è ancora compresso, darà il meglio di sé negli anni a venire. Classe arcigna, ripassare tra un lustro.

Meursault Tillets 2009 – Dom. Roulot

Burro, erbe di montagna, frutta gialla, frutta secca (nocciole), un accenno di polvere pirica. Bocca potente, ampia ma profonda. Legno gestito con grande maestria senza concessione ad alcuna “dolcezza”. Esuberanza regale.

Chablis 1er cru Montmains 2007 – Tremblay-Marchive

Olfatto cangiante e a tratti sorprendente: frutta gialla, cera d’api, mango, pepe bianco…bocca sapida e agrumata, con un’acidità ben pronunciata. I 10 anni di vetro hanno fatto bene al vino il cui sorso è risolto, ampio e disteso nel retrogusto di burro e limone. Stiloso.

Langhe Nebbiolo 2015 - Giuseppe Mascarello
Langhe Nebbiolo 2015 – Giuseppe Mascarello

Langhe Nebbiolo 2015 – Giuseppe Mascarello

Il colore del nebbiolo di Giuseppe Mascarello lascia sbigottiti: luminosissimo, vivace, chiarissimo rubino con sfumature di rosa e lilla che si rincorrono. Il naso è fantasmagorico: roselline, succo di melograno, fragole di bosco, gomma pane…e ti viene voglia subito di berlo. La bocca è scorrevole e saporita, profonda ma anche di una certa vigoria alcolica (come se una materia tanto agile non riuscisse del tutto a contenerne l’esuberanza). Nel bicchiere continua a migliorare. Difficile chiedere di meglio ad un “semplice” nebbiolo. Psicadelico.

 

 

Givry 1er cru “Le Vigron” 2014 – Vincent Lumpp

Olfatto che porta immediatamente alla Borgogna: chinotto, spezie orientali, cola, viola, cannella. La bocca è scorrevole, l’acidità accompagna lo sviluppo che lascia la bocca saporita e succosa. Non certo un Borgogna complesso ma molto piacevole. Semplicemente gustoso.

Morey-Saint-Denis “Très Girard” 2008 – Cecile Tremblay

Questo Borgogna è invece più “serio”, senza però perdere in piacevolezza di beva. Il naso è sulla mineralità scura, il bosco (pigna) e la china. Bocca potente e acida, profonda e sapida. Molto lungo con retrolfatto di rose. Pugno di ferro in guanto di velluto.

Barolo Santo Stefano di Perno 2007 – Giuseppe Mascarello

Qui ci troviamo di fronte ad un grande vino senza se e senza ma. Naso di frutta rossa accompagnato da un tocco minerale (catrame), poi arancia matura, corteccia, sbuffi balsamici. Bocca potente, saporitissima ma dal tannino affusolato benché fitto. Molto lunga la chiusura che lascia nel cavo orale ricordi floreali. La potenza è nulla senza il controllo.

11 vini: conferme, sorprese e delusioni di una serata di degustazione

Champagne Blanc de Blancs Extra Brut Les Vieilles Vignes – Francis Boulard

100% chardonnay per questo champagne di finezza e freschezza: calcare, agrumi (anche limone), pan brioche. Bollicine fitte e finissime, dinamica gustativa verticale, salato e percorso da acidità vibrante ma anche sostanza. Manca solo un po’ di allungo nel finale.

Champagne Blanc de Noirs Grand Cru – Denis Bovière

Mela e gesso in apertura, poi note più dolci di frutti di bosco, bolla elegante ma lo sviluppo gustativo, pur gradevole, è piuttosto semplice. La chiusura è segnata da una discreta mineralità.

Riesling Wehlener Sonnenuhr Spätlese 2009 – Joh. Jos. Prüm

Naso molto mutevole e complesso: idrocarburi, tocco di frutta tropicale (frutto della passione), salvia, scorza di arancia, salvia, miele, spezie orientali…bocca abboccata con dolcezza spazzata via subito da acidità ficcante ma elegantemente integrata nel vino. L’acidità prepara il cavo orale ad un nuovo sorso e accompagna il sorso in una chiusura salate decisamente gustosa. Per l’eccellenza manca solo un po’ di intensità e “cattiveria” nel finale.

Chablis Blanchot Grand Cru v.v. 2007 – Guy Robin

Chablis Montmains 1er cru 2009 – Guy Robin

Due vini poco espressivi al naso e piuttosto sconclusionati in bocca, con acidità e morbidezze che vanno ognuna per conto proprio e chiusura amaricante e sorprendentemente alcolica. Questa volta Chablis delude.

Barolo Monprivato 2006 – Mascarello

Solito straordinario naso per questo Barolo: mandarino, lampone, melograno, viola, the verde, catrame…bocca fine e delicata, ma dall’inesorabile, seppur soave, progressione. La dinamica in bocca è carezzevole, il tannino molto fitto eppur setoso. Chiusura dettata dall’acidità e da ritorni fruttati molto fini.

Morgon Les Charmes Eponym’ 2013 – Foillard

Appena stappato il naso è piuttosto ostico: fragole e pollaio, acetica e propoli, asfalto…migliora nel bicchiere di parecchio anche se non convince del tutto neppure in bocca dove avrei preferito un sorso più goloso e meno “rigido”.

Vino Rosso 1703 – Togni Rebaioli

Siamo in Valcamonica, in una vigna montana dove Rebaioli ottiene questo intrigante vino da uve nebbiolo. Fruttini rossi, aghi di pino, corteccia e floreale rosso al naso, bocca di grande acidità e tannino fitto che si articola bene in bocca con una sapida. progressione

Vosne-Romanée 1er cru Les Beaux Monts 2010 – Bruno Clavier

Bel pinot noir borgognone: fruttini rossi, incenso, effluvi balsamici, cola, fragoline di bosco. La bocca entra leggera, in punta di piedi ma poi si allarga e affonda con inesorabile eleganza: salata e ficcante, profonda e succosa. Gli manca appena un po’ di polpa per essere indimenticabile.

COF Pinot Nero “Ronco Pitotti” 2012 – Vignai da Duline

In batteria con il Vosne di Clavier, l’ambizioso pinot nero friulano ha ceduto, pur non sfigurando. Il naso è fine e ben definito, le note olfattive di fruttini rossi sono golose e invitanti, un tocco di foglia di menta invoglia al sorso. La bocca ha buona intensità ma manca un po’ di acidità appoggiandosi sulle morbidezze. L’alcol è ben gestito e la chiusura è sapida ma dai Vignai da Duline, su questo vino, è lecito aspettarsi ancor di più.

Barolo Monvigliero 2010 – Burlotto

Naso inconfondibile quello di questo vino che presenta, anche in quest’annata, un’evidente, e per me persino eccessiva, nota di oliva in salamoia. Anche la bocca non mi convince, l’ho trovata calda e poco equilibrata. I Barolo 2010 sono piuttosto scorbutici, vanno lasciati dormire ancora un po’, sperando che si risveglino dalla loro chiusura più belli che mai. Non sono convinto che per questo vino basterà ma…chi può dirlo!

Metti una sera a cena con Mascarello e Roulot…

No, non ho amicizie così altolocate nel mondo del vino … e non ho cenato quindi con famosi produttori. Però è un po’ come se lo avessi fatto, in compagnia dei loro vini.

Una di quelle serate in cui tutto fila per il verso giusto, in cui le bottiglie sono a posto e la compagnia è da 3 stelle Michelin.

Champagne brut “Exhilarante” v.v. 2000 – Le Brun Servenay

Si parte in quinta! Lo champagne che abbiamo nel calice ha un naso molto complesso e “ricco”: zenzero, agrumi, leggera pasticceria, arancia candita… Il sorso è elegantissimo, ficcante e gustoso, la bollicina è fine e fitta, solletica il palato inesorabilmente. Chiusura salata.

Chablis 1er cru “La Forest” 2012 – Dauvissat

Il naso porta rapidamente a Chablis, ma non uno Chablis qualsiasi: acqua di ostriche, fiorellini e frutta bianca, clorofilla. Bocca fresca e tesa, di grande equilibrio gustativo. Chiusura molto elegante e pulita eppure di grande persistenza.

Meursault Luchets  2010 – Domaine Roulot

Naso più intenso del precedente ma con la medesima eleganza: frutta bianca e burro, polvere da sparo e nocciola…che bella dinamica in bocca! Progressione e sapore, mineralità e allungo. Grande vino, forse il migliore di un terzetto ad altissimo livello.

Barolo Monprivato 2012 – Giuseppe Mascarello
Colore rubino scarico trasparente e vivissimo, l’olfatto è suadente, goloso e finissimo: melograno, frutta chiara, roselline, calcare, anguria, mandarino…bocca più “calda” di quanto il naso faccia presagire, però scolpita da acidità ben presente. La dinamica gustativa non è ancora del tutto armonica, il vino deve ancora farsi, appare giovanissimo con tannino da smussare e, in questa fase, amaricante in chiusura. Annata non certo facile la 2012 in Langa, ma il Monprivato resta fascinoso e magnetico.
Gattinara “Osso San Grato” 2005 – Antoniolo
Il naso è fin da subito ematico (sangue e ferro), poi fiori macerati, arancia e corteccia. Il vino è evoluto leggermente più di quanto mi sarei aspettato ma la bocca è equilibrata nelle sue componenti, tannica e piuttosto calda. La chiusura è decisamente sapida.
Bel vino anche se siamo lontani dalle straordinarie versioni 2004 o 2006.
Vin de Savoie Arbin “La Brova” 2008 – Domaine Louis Magnin
100% mondeuse per questo vino della Savoia. Assolutamente integro e piuttosto originale il naso: pepe, prugna, chiodo di garofano, inchiostro, acciuga, sale, peonia, china. Bocca di bella dinamica e con tannino saporito. Vino che non sfigura affatto accanto ai compagni di batteria.
Syrah Santa Maria Valley Howling 2006 – Ambullneo Vineyards
Il vino americano che ti aspetti (purtroppo): caffè e vaniglia al naso e bocca quasi abboccata, con una certa dolcezza di frutto e comunque una mollezza generale che non fa apprezzare il vino nel bicchiere.
Champagne demi-sec Grand Cru 1994 - André Beaufort
Champagne demi-sec Grand Cru 1994 – André Beaufort
Champagne demi-sec Grand Cru 1994 – André Beaufort
Per chiudere uno Champagne demi-sec piuttosto sottotono. Bottiglia datata anche se il vino non è indimenticabile, come spesso mi succede con la tipologia demi-sec.