Naturale Festival: cinque produttori che forse non conosci!

Naturale Festival

Circa un anno fa avevamo partecipato a Naturale Festival, un bell’evento dedicato al vino naturale che anche quest’anno si è tenuto presso Mare Culturale Urbano di Milano. Se l’anno scorso nel nostro resoconto avevamo parlato di “prova di maturità” per il movimento mettendo in luce i tanti vini espressivi ed enologicamente corretti, quest’anno – consapevoli che questo mondo è, fortunatamente, in eterno rinnovamento – ci siamo focalizzati nel degustare le aziende a noi meno conosciute.

Di seguito condividiamo le nostre impressioni sulle aziende più interessanti che abbiamo “scoperto” e che non erano presenti o non avevamo già assaggiato lo scorso anno. Siamo sicuri che alcune di queste realtà potresti non conoscerle e speriamo di incuriosirti, secondo noi ne vale la pena!

Poggio Cagnano, ci troviamo in Maremma, qui una giovane coppia cura poco più di 4 ettari di vigna a 450 metri s.l.m., tra il mare e il Monte Amiata. Le uve beneficiano di escursioni termiche notevoli e i vini dell’azienda a base di vermentino, ansonica, sangiovese, alicante e ciliegiolo sono espressivi e gustosi. Ci ha colpito particolarmente l’Ansonica Tacabanda “you must believe in spring” 2022: due giorni di macerazione, affinamento in inox e cemento, il vino ha una bellissima eco marina, fresco e sapido, ma di grande carattere. Delizioso. Non da meno il Sangiovese Euphoria Vigna ai Sassi 2021, altro vino di personalità, macerato 12 giorni sugli acini (diraspati ma non pressati) e affinato in anfora, si dipana grazie ad una convincente dinamica tra sale e tannino “masticabile”.

Viticoltori Anonimi, un’altra giovane coppia alle prese con un lavoro ammirevole di recupero di vecchie vigne semi abbandonate. Siamo in Umbria, l’azienda ha meno di mezzo ettaro di vigna e la produzione è, conseguentemente, limitatissima … ma chissà che quest’avventura non possa assumere una dimensione leggermente più significativa, anche per permettere agli appassionati di assaggiare questi vini molto coraggiosi ed intriganti. Le referenze sono numerose, nonostante le poche bottiglie prodotte, qui ci limitiamo a parlare del Trespolo 2023, ottenuto da trebbiano spoletino vendemmiato nella prima settimana di ottobre. Diraspatura a mano per preservare l’acino intero, fermentazione spontanea, macerazione sulle bucce di 24 giorni e affinamento in damigiane di vetro sulle fecce fini con frequenti bâtonnage. Vino fresco e gustoso, minerale e slanciato.

Terrae Laboriae, ci troviamo in Sannio, per l’esattezza a San Lorenzo Maggiore (BN). L’azienda cura 8 ettari di vigna ed in vinificazione si caratterizza per l’utilizzo in affinamento delle anfore in stile georgiano (Qvevri). Ci è piaciuta molto la Falanghina Speri 2023, 1 mese di macerazione in anfora ma che resta leggiadra al sorso, senza estremizzazioni tanniche o vegetali, dal bel frutto disidratato, la giusta verve sapida e uno sviluppo lineare ed elegante. Curioso il vino rosso Teli 2022, dal vitigno locale camaiola.

Ludovico, azienda abruzzese sita in Valle Peligna, a Vittorito (AQ). Abbiamo assaggiato un convincente Montepulciano d’Abruzzo Suffonte 2021, affinato in acciaio risulta molto fruttato e saporito, ricco ma senza accessi muscolari, ma anzi di grande beva. Siamo curiosi di approfondire il resto della produzione (Cerasuolo e Trebbiano d’Abruzzo).

Cà Bianche, siamo in Valtellina, a Tirano (SO), solo 2 gli ettari di vigna a circa 650 metri s.l.m. che cura personalmente dal 2007 Davide Bana. Elegante e gustoso come solo la chiavennasca, ovvero il nebbiolo di Valtellina, sa essere, il Valtellina Superiore “La Tèna” 2021 è un vino austero e ficcante, di grande fascino e dalla persistenza notevolissima.

Diego Mutarelli
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Naturale Festival: prova di maturità per i vini naturali?

Dal 29 settembre al 1 ottobre 2023 a Milano è andato in scena Naturale Festival, evento multidisciplinare dedicato al concetto di “naturale”. Non solo vino e gastronomia dunque, l’ambizione degli organizzatori era quella di aprire un dibattito culturale più ampio sul tema del naturale.

Vinocondiviso ha seguito l’evento concentrandosi più prosaicamente sul ricco banco di assaggio composto da quasi 50 produttori. Come di consueto ti raccontiamo le cose che ci hanno colpito di più (l’ordine è di assaggio, non una classifica!).

Sin Título Blanco LB 2018 – Victoria Torres Pecis, un vino bianco di La Palma (Canarie), vitigno listán blanco, affinato più di venti mesi in cemento, il risultato è di grande intensità minerale e marina, molto intrigante anche al sorso che è profondo, succoso e “dissetante”. Nota di merito al distributore Gitana Wines che lo ha portato in degustazione insieme ad altri due produttori spagnoli di assoluto interesse come Micro Bio Wines – abbiamo assaggiato l’accattivante 100% verdejo, Correcaminos 2022 – e Daniel Ramos, di cui abbiamo degustato il Berrakin Blanco 2022, 100% della varietà jaén.

Spostiamoci ora in Toscana, anzi in Maremma, dove ci ha colpito, ed è una conferma, I Mandorli, in particolare con il Sangiovese 2020 mediterraneo e croccante, con un tannino ancora saporito e da attendere un po’. Sempre in Maremma interessante tutta la gamma di un produttore che non conoscevamo, si tratta de I Forestieri azienda naturale di recente costituzione che propone vini puliti ed espressivi, di personalità e freschezza.

Spostiamoci ora nei Pirenei Orientali francesi, nei pressi di Calce, dove il collettivo tutto al femminile Gipsy Queen ci ha letteralmente rapito con una grenache vinificata in anfora, millesimo 2022, di succo ed eleganza. Una delle produttrici del collettivo era presente con la sua azienda, sita sempre a Calce, L’Âme Bleue.

Torniamo ora in Italia con i vini di Signora Luna, azienda abruzzese che ha una gamma piuttosto variegata che ci ha colpito in particolare con Jep, un vino rosato da Montepulciano d’Abruzzo che fa il verso, pur essendo etichettato come semplice vino da tavola, ai migliori Cerasuolo d’Abruzzo.

Molto interessanti i vini di un’altra azienda piuttosto recente, si tratta di Terre di Confine, produttore naturale sito in provincia di Massa Carrara con alle spalle le Alpi Apuani e di fronte il mar Tirreno. Molto buono Lintero 2021, vino rosso ottenuto da varietà a bacca nera presenti nelle vecchie vigne curate dalla produttrice Giulia Marangon (vermentino nero in prevalenza con sangiovese, syrah e barbarossa).

Filarole, azienda della Val Tidone, sui colli piacentini, ha presentato una gamma di ottimo livello, dovendo scegliere un solo vino la nostra preferenza ricade sul Filarole Rosso 2021, un blend di barbera e croatina di grande acidità e polpa.

Chiudiamo la carrellata dei vini di maggior interesse con un vino dell’azienda più prestigiosa presente all’evento, si tratta di Foradori che ci ha impressionato in particolare con il Foradori 2015, da uve teroldego, un vino complesso ed articolato che al naso sa ancora di fruttini rossi freschi e aciduli (ribes), tè verde, sentori minerali, dal sorso fresco e ficcante di grande eleganza e piacevolezza.

Giudicare l’eterogenea galassia dei vini naturali da un solo evento sarebbe ridicolo, ma gli assaggi degli ultimi mesi uniti ai più recenti eventi dedicati a questa tipologia di vini ci fanno essere ottimisti. Il movimento sembra maturo, i vini con difetti spacciati per “spontaneità e garanzia di artigianalità” sono sempre meno (non del tutto assenti neppure in questa occasione a dir il vero, ma statisticamente poco significativi) e la strada imboccata sembra quella virtuosa di una ricerca di espressività e schiettezza senza rinunciare a affidabilità e precisione.

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