Albana macerate, il nuovo ma antico spirito dell’Albana

Da oggi Vinocondiviso si arricchisce dei contributi di Andrea, degustatore di lungo corso e di vaste vedute: vini naturali e vini classici, vini artigianali e territoriali. I gusti e l’apertura mentale di Andrea non conoscono confini né barriere ideologiche. Questo è il suo primo post. 

Interessante e rara degustazione, almeno nel contesto milanese, di cinque Albana di Romagna (con una eccezione bolognese) vinificati in rosso, cioè con una macerazione sulle bucce per estrarre più materia e tannini dall’uva. Si inseriscono nella attuale moda degli Orange Wines ma, a nostro avviso, mantengono una loro specificità ed una marca data dal vitigno e dal territorio.

L’Albana è un’uva “potente” grappoli molto grandi e piuttosto spargoli che portano acini molto ricchi di materia, sia fruttata sia tannica. La macerazione non snatura il profilo aromatico del vino, lo arricchisce in intensità ed ampiezza, almeno nella maggioranza dei casi.

Albana macerata
Le Albana di Paolo Francesconi

Veniamo alla degustazione:

Arcaica 2013Paolo Francesconi

Macerazione di circa un mese. Colore dorato intenso, naso che ti accoglie con balsamicità, crema di menta, erbe aromatiche, terroso e liquirizia lieve, si intuisce la sapidità che accompagnerà il sorso, il quale è tannico, di acidità molto vivace, e al primo impatto un po’ “scodante” e scontrosa ma che, con il tempo nel bicchiere, si ricompone per far emergere la sapidità ed i ritorni balsamici di menta e rosmarino. Ottima tenuta nel bicchiere, ancora integro dopo circa due ore.

Albana
Albana

Mezzelune 2015 – Ca’ dei 4 Archi

Macerazione per un paio di settimane scarse (dal 2016 saranno 55 giorni). Già dal colore, un dorato luminoso, si intuisce un vino fine ed elegante, ed è così. Un mazzo di fiori bianchi e gialli ti accoglie al naso, accompagnato da frutta gialla dolce, che con l’aerazione verranno affiancate da note di miele e da sentori di sasso bagnato. In bocca è elegante, preciso, pulito, la frutta ed il miele prendono la scena, probabilmente il vino ha un po’ di zucchero residuo, accompagnate da un’acidità lieve e finissima e da un ritorno di sale e miele di castagno. Anche lei tiene senza problemi il tempo nel bicchiere, non si scompone e vira su note più terrose ad accompagnare la dolcezza.

Fricandò 2013 – Al di là del fiume

Macerazione tra 2 settimane e tre mesi, in vasca o anfora. Si presenta con un colore intenso, quasi ambrato. Il naso è caldo, burroso, ci sento una nota leggera di grasso di prosciutto, ma anche agrume, spezie aromatiche, liquirizia dolce, albicocca, buccia di banana. Una varietà di frutto che si riflette in bocca, dove tornano i frutti, con anche la nocciola, ma che non dimostra grande mobilità, un sorso un po’ statico che si accentuerà con il tempo nel bicchiere, quando il vino si siede un po’ troppo.

Gea 2013 – Vigne di San Lorenzo

Macerazione di circa un mese. Colore ambrato scuro, sembra un vermut, ed anche al naso si presenta con spezie, nocciole, fiori secchi, caramella d’orzo, insomma un profilo sia da vino sia da vermut… Il vino al naso è comunque inquieto, si inseguono le note dolci e quelle speziate, la polvere di caffè, la caramella toffee. In bocca è ancora più inquieto, l’acidità e la dolcezza non hanno alcuna voglia di mettersi d’accordo, inizialmente, e scodano da tutte le parti, la lingua viene grattata da una sensazione ruvida di polvere di caffè. Col tempo la bocca si raffina, l’acidità si ingentilisce, il frutto e i fiori secchi tornano a farsi vivi e si mantengono nel tempo.

Antiqua 2016 – Paolo Francesconi

Vinificazione e macerazione in anfora per 5/6 mesi. Colore oro giallo delicatissimo, qui l’anfora ha schiarito il colore rispetto all’Arcaica. Il vino si presenta di grande finezza, composto, floreale, fieno caldo, infusi di erbe, roiboos. Note sapide e minerali emergono con l’aerazione, insieme a dolci sensazioni di frutta chiara, la buccia dell’albicocca, il ribes bianco. Un naso da restare lì incollati, finissimo e mobile. In bocca è ancora di più, una integrazione perfetta di finezza, intensità, salinità, morbidezza. Impossibile definire note dominanti, è una sinfonia. Il retrobocca è fin carnoso e roccioso, come dei fiori cresciuti su una parete di roccia. Vino oltre gli schemi di macerazione o vinificazione classica, riunisce il meglio di entrambe per questo vitigno di grandissime potenzialità.

Andrea D’Agostino

Macerati d’Europa

Ultimamente ho come l’impressione che sui vini macerati, ancora di più sui veri e propri orange wine, si distinguano due categorie nette: chi li ama e chi li odia.
Io personalmente sono nella prima categoria; mi perdonerete quindi se, accompagnandovi in questo virtuale viaggio per l’Europa, potrei sembrare un po’ di parte.

Macerati d'Europa
Macerati d’Europa

4 calici, 4 nazione e 4 modi di interpretare uno stile. E chissà quanti altri ancora potremmo scoprirne.

Partiamo con un vino greco, dall’isola di Cefalonia per l’esattezza. Zakyntino in purezza che macera 1 mese sulle bucce e praticamente rimane nudo e crudo come natura l’ha voluto. L’enologa dell’azienda Petrakopoulos infatti, con pochissimi interventi in cantina, riesce a creare vini molto rappresentativi del territorio, insomma un vino fatto in vigna e non in cantina (per l’esattezza da antiche vigne prefillossera).
Può sembrare un po’ rude, ma è un vino genuino che ti dice chiaramente la sua. Il ventaglio olfattivo è straordinariamente ampio, come la succosità in bocca. Per goderselo tutto, consiglio di lasciarlo nel bicchiere e meditarlo, senza abbinare nulla.

Rientriamo temporaneamente in Italia, perché il Friuli da anni si distingue e fa parlare di sé. Fa parlare di sé anche la cantina Zidarich che con questa Vitoska 100% ci fa scoprire tutt’altro stile. Stesso tempo di permanenza sulle bucce rispetto al vino precedente, ma un risultato completamente diverso.
Ci troviamo di fronte a maggiore eleganza ed equilibrio in bocca, insomma un vino più domato nel suo carattere, con un bouquet ampio ma più raffinato.

Riprendiamo il cammino verso la Spagna, dove Costador propone Metamorphika sumoll – blanc brisat un macerato (imbottigliato in ceramica) da vigne di 700m slm.
Sempre un mese di macerazione ed uno stile naturale che lo rende un po’ rustico (sentori di zolfo in apertura inclusi), imprime sensazioni meno forti rispetto al vino greco ma non vira verso l’eleganza friulana.
Sicuramente non un vino anonimo.

Infine approdiamo in Francia nella cantina Dominique Andiran, nello Juraçon.
Il suo Vain de Rû, 100% Colombard, macera “solo” una settimana sulle bucce. Qui l’eleganza tutta francese si fa sentire, insieme a tracce olfattive più dolci che ritroviamo in bocca con un residuo zuccherino superiore rispetto ai precedenti vini.
L’acidità citrina solletica e diverte, lasciandolo nel bicchiere qualche minuto sorprende per un marcato sentore di zafferano.

Insomma, alla prossima cena proviamo a portare una bottiglia di questi vini anche a chi si schiera contro (magari alla cieca) non si sa mai che si riesca a fargli cambiare idea.

Chiara EM Barlassina
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Ronco Severo: Colli Orientali del Friuli in veste orange

Ronco Severo si trova a Prepotto (UD) nel cuore dei Colli Orientali del Friuli. Era da tempo che avrei voluto incontrare questo produttore … mi affascinava questo alfiere dei vini macerati, i cosiddetti orange wine, che non si trovava né nel Collio né nel Carso, dova la pratica della macerazione sulle bucce per i vini bianchi è senz’altro più diffusa.

Ronco Severo
Ronco Severo

Ma chi è Stefano Novello e la sua Ronco Severo? Chi è questo alieno dei Colli Orientali del Friuli? “Prima ero quello che produceva tisane e non vini, ora pare che faccia vino buono” si schermisce il produttore.

Stefano Novello fa studi di enologia e dopo varie esperienze all’Estero torna in azienda ad aiutare il padre. Gli affari andavano bene ma lui sente il bisogno di cambiare qualcosa, di dare all’azienda un’impronta diversa abbracciando il biologico e i vini cosiddetti naturali. La scelta delle macerazioni in rosso anche per i vini bianchi è stata una naturale conseguenza: “Con tutta la fatica e l’amore che dedico alle mie uve che senso avrebbe avuto buttarne via le bucce, ricche di precursori aromatici e lieviti, dopo poche ore di macerazione?”.

Da allora, siamo nel ’99, le macerazioni sono prolungate anche per i vini bianchi ed avvengono in tini troncoconici di rovere.

Stefano Novello - Ronco Severo
Stefano Novello – Ronco Severo

All’inizio non è per nulla facile: la famiglia ed i clienti non capiscono il cambio di rotta ma Stefano Novello non si arrende. E’ di quegli anni la bellissima etichetta che rappresenta la voglia del produttore di mettersi in gioco, di guardare in avanti anche correndo qualche rischio, con la curiosità e la spavalderia di un bambino che sale su una sedia alla ricerca di un nuovo e precario punto di equilibrio…

Ho avuto modo di assaggiare molti vini di Ronco Severo e di seguito ti riporto le mie impressioni. Naturalmente per una valutazione più approfondita ti do appuntamento qui su Vinocondiviso tra qualche tempo, quando avrò degustato con calma i vini che ho acquistato in azienda!

Venezia Giulia IGT Pinot Grigio 2015: colore arancio acceso e luminoso, al naso molto bello di rose e fragoline di bosco, grandissima bevibilità per un sorso fine, elegante, succoso e sapido. Non lunghissima la persistenza ma questo pinot grigio è perfettamente equilibrato con un alcol ben sotto controllo anche grazie ad una piacevole nota tannica. Delizioso.

Delle Venezie IGT Ribolla Gialla 2014: colore dorato carico, la macerazione si vede e si sente: al naso netta la mineralità ed un tocco di anice, poi mandorla, nespola, erbe aromatiche appena accennate. La bocca succosa e sapida, molto ricca ma di buona profondità. Giovanissimo.

Friuli Colli Orientali Friulano Riserva 2014: da un vigneto del 1972 di tocai, in questa annata l’uva è stata colpita da botrytis cinerea e per questo motivo non ha fatto la classica macerazione in rosso. Al naso apre con un intrigante tocco affumicato, poi frutta gialla, scorza di agrumi, bocca molto completa, sferica e sapidissima. Convincente.

Friulano Riserva 2015 (atto a diventare, campione da botte): questo friulano fa invece ben due mesi di macerazione sulle bucce. Al naso mandorla dolce, fiori bianchi, pera, bocca piuttosto alcolica ma equilibrata e sapida. Promette bene.

Tocai Friulano 2004 - Ronco Severo
Tocai Friulano 2004 – Ronco Severo

Colli Orientali del Friuli Tocai Friulano 2004: colore orange dovuto sia all’evoluzione in bottiglia sia alla macerazione (sebbene non lunghissima in questa annata). Al naso erbe aromatiche, albicocca, spezie, con bocca severa acida e tannica, saporitissima e profonda. Sorprendente. 

Venezia Giulia IGT Severo Bianco 2010: un blend da friulano, chardonnay e picolit. Olfatto che si esprime sulla frutta matura di una certa dolcezza. Il vino più ampio e morbido tra quelli assaggiati.

Friuli Colli Orientali Schioppettino di Prepotto 2013: bellissimo naso di pepe verde e frutta a bacca nera, poi asfalto e spezie. La dinamica gustativa dettata da un tannino croccante e saporito corroborato da un’acidità molto pronunciata. Durerà in eterno. Molto molto buono!

Friuli Colli Orientali Merlot Riserva Artiûl 2013: sei mesi di fermentazione in legno grande e 3 anni di barrique per questo merlot in purezza piuttosto ambizioso: prugna, spezie, cioccolato, mirtillo, pepe, vegetale appena accennato…ha tutto per diventare un grande merlot friulano. Va solo aspettato per smaltire un tocco boisé appena invadente. Vino gustoso e di ottima beva ma anche lungo e potente. Da attendere con fiducia.

 

Čotar e la sua straordinaria malvasia del Carso sloveno

Ti ho parlato spesso degli splendidi vini del Carso (ad esempio in questo post) e continuerò a farlo perché i vini della zona (Italia o Slovenia poco importa) mi emozionano spesso.

Oggi ti racconto di uno straordinario vino dell’azienda agricola Čotar sita a Komen nel Carso sloveno, a 5 kilometri dal mare.

Kras Malvazija 2005 – Čotar

Colore classico dei cosiddetti orange wine, vini ottenuti da uve bianche con una vinificazione in rosso (in questo caso con una macerazione di 7-10 giorni). Il colore oltre che orange, appunto, è anche vivo e luminosissimo, cosa non scontata per un vino del 2005.

L’olfatto parte su toni agrumati di arancia e bergamotto, poi arriva quasi prepotente il calcare. Lo stesso odore che puoi trovare nelle grotte carsiche della zona, provocato dall’azione dell’acqua sulle pareti…mi ha ricordato l’odore della cantina di Vodopivec o di certi angoli della Grotta Gigante. Quindi in successione fiori bianchi essiccati, mela cotogna, pera, un tocco appena accennato di mango (ma siamo lontanissimi dai profumi di certi macerati tutto albicocca e frutti esotici, sia chiaro!).

La bocca è secca e sapida, ellittica nello sviluppo: la frutta matura allarga il sorso e aiuta il liquido odoroso a saturare completamente il cavo orale, la mineralità la “verticalizza”. La traiettoria risultante è sapore e succo in un’entusiasmante progressione. Il tannino è risolto e la bocca resta in mirabile equilibrio.

Il finale è giocato sulla sapidità e su ritorni speziati delicati, soavi ma di persistenza infinita.

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