Rapido resoconto di una serata di saluti prevacanzieri tra amici. Amici accomunati dalla volontà di condividere il vino, naturalmente!
Ed ecco che spuntano quattro bottiglie fuori dall’ordinario:
Les enfers tranquilles 2017 – Michel Autran
100% chenin per questo vino di Michel Autran, ex medico folgorato sulla via del vino. Spirito ribelle e anticonformista, vinifica solo dal millesimo 2013. Si prende cura, in regime biologico, di soli 3,5 ettari di vigneto con piante tra i 50 e i 70 anni. Il calice accoglie il degustatore con sentori intriganti e complessi di frutta gialla e roccia, delicate note di miele d’acacia e polline. A bicchiere fermo qualche nota di frutta secca. Ingresso in bocca di energia e sapore, un filo di ossidazione controllata fa capolino, lo sviluppo è guidato da un’acidità poderosa che al momento non è ancora perfettamente integrata con le parti morbide del vino che prendono il sopravvento in chiusura.
Vino interessante ma lontano dal magnetismo del millesimo 2016.
Morey St-Denis Clos Solon v.v. 2005 – Domaine Fourrier
Vino che si dimostra in grande spolvero fin da subito. Naso sfaccettato che parte su note speziate di incenso, poi a seguire cannabis ed erbe aromatiche (rosmarino), nel bicchiere muta con il passare dei minuti, si rinfresca su note fruttate di cassis e pesca. Sorso stupendamente risolto, un pinot noir colto in fase di beva perfetta, durerà ancora ma in questo momento è splendido.
Chapeau.
Gattinara Osso San Grato 2005 – Antoniolo
Gattinara ancora incredibilmente giovane che, fin dal colore, non mostra alcun segno di cedimento. Olfatto che in questo momento è perfettamente bilanciato tra la classica austerità del nebbiolo dell’Alto Piemonte e golose note fruttate. E così nel bicchiere si rincorrono note di anguria e rose, ferro e fiori rossi, oltre a qualche contrappunto speziato. Ingresso in bocca di volume e intensità, ma il vino mantiene grande dinamica e profondità grazie a un’acidità perfettamente bilanciata. Chiusura lunghissima su ritorni minerali.
Fuoriclasse.
Pazienza 2013 – Vigneti Massa
Timorasso vendemmia tardiva che Walter Massa ha vinificato solo nel 2013. Naso ricco e suadente di miele ed albicocca, pesca e tè verde…ma si potrebbe continuare a lungo. L’ingresso è abboccato, la morbidezza riempie il cavo orale senza egemonizzare il sorso che mantiene invece una certa dinamica. La chiusura è caratterizzata da piacevole sapidità.
Estroso.
Diego Mutarelli
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