Da qualche anno il Chianti Classico sta vivendo una fase di grande crescita sia in termini di attività e innovazioni da parte del Consorzio Chianti Classico sia, conseguentemente, di interesse da parte della critica e degli appassionati. I produttori danno l’idea di “fare sistema” e la scelta di puntare sulle UGA, le Unità Geografiche Aggiuntive, sembra cogliere appieno lo spirito del tempo, ovvero quello di proporre prodotti riconoscibili e figli del terroir di provenienza.

Esempio perfetto di questa nouvelle vague chiantigiana è senza dubbio l’azienda di cui ti parliamo oggi, complice un recentissimo assaggio che ci ha colpito. Si tratta di Istine, azienda di Radda in Chianti, rappresentante dunque di una della più vivaci Unità Geografiche. La storia vitivinicola di Istine è abbastanza recente, è solo dalla vendemmia 2009 infatti che esce con una propria etichetta (precedentemente vino e uva dei vigneti di proprietà erano conferiti ad altre aziende), ma ciò non ha impedito all’azienda di ritagliarsi in poco tempo uno spazio di tutto rispetto tra le aziende di Radda in particolare e del Chianti Classico più in generale.


Chianti Classico Vigna Casanova dell’Aia 2020 – Istine
100% sangiovese da una vigna di circa 4 ettari, Casanova dell’Aia, che si trova nei pressi del paese di Radda in Chianti, ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare in piena esposizione sud. Vinificazione in cemento e affinamento di 12 mesi in botti di rovere di Slavonia da 20 o 30 hl, seguiti da circa 1 anno di riposo in bottiglia.
Il colore è un rosso rubino luminoso. Ad un primo naso prevalentemente florale segue una nota dolce e croccante di ribes rosso, quindi un tocco di incenso per poi atterrare su note boschive di terra smossa. Il sorso è succoso, una poderosa acidità sostiene lo sviluppo e fa salivare la bocca, il vino è intenso e goloso ma si muove con grande leggiadria ed eleganza nonostante un tannino fitto ma di grana finissima. Chiude lungo e sapido su ritorni di radice di liquirizia e frutta rossa.
Plus: un Chianti Classico che non punta solo sulla piacevolezza e semplicità di beva, ma alza l’asticella affiancando all’immediatezza stratificazione e ampiezza aromatica. Il vino è ancora estremamente giovane, qualche anno di bottiglia lo renderanno ancora più compiuto.
Diego Mutarelli
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