Un sorprendente pinot noir d’Auvergne

Ormai lo sappiamo, tra il riscaldamento climatico e le ambizioni di giovani e talentuosi viticoltori alla ricerca di terreni a prezzi umani, la viticoltura francese sta riscoprendo territori “minori”, fuori dal gotha del vino. Tra questi senz’altro merita un posto di rilievo l’Auvergne (o Alvernia in italiano), una regione ricca di vulcani spenti e dunque geologicamente molto interessante, non è certo un caso che fino alla fine del XIX secolo l’Alvernia fosse una delle zone più vitate di Francia. A seguito dell’arrivo della fillossera la coltivazione della vite subì un forte declino ed oggi gli ettari vitati sono poco più di 400.

Abbiamo già parlato di un gamay di questa zona (leggi il post), ed oggi tocca ad un pinot noir, che ci ha particolarmente sorpreso.

Lapilli Garden 2023

Puy-de-Dôme IGP Pinot Noir “Lapilli Garden” 2023 – Domaine Lapilli

Domaine Lapilli, è un’azienda agricola che si trova a sud di Clermont Ferrand, nel villaggio di Les Martres-de-Veyre. Sono 5 gli ettari di vigna – chardonnay, gamay e pinot noir – situati su 3 parcelle su suoli di origine vulcanica (da cui l’evocativo nome dell’azienda). L’impostazione è non interventista sia in vigna che in cantina. Il pinot noir che abbiamo nel calice è stato ottenuto da una macerazione a grappolo intero di nove giorni, fermentazione spontanea e affinamento in legno, con pochi solfiti aggiunti solo in fase di imbottigliamento.

Il vino si presenta in veste rubino chiaro, il primo naso è dominato dai frutti di rovo (lampone, more), quindi note minerali di ardesia e zolfo, poi scorza d’arancia e un tocco di cannella. In ingresso il vino ha una bella dolcezza, con frutto in evidenza, lo sviluppo è sì goloso ma anche profondo e fresco, l’acidità agevola la progressione che porta il vino ad una chiusura saporita caratterizzata da un tannino croccante derivante certamente dalla macerazione con i raspi. Tannino che però fornisce grip senza cedere ostiche note vegetali, insomma un pinot noir dal naso elegante ma dal sorso stratificato. La chiusura è lunga su ritorni di frutta rossa e agrumi amari.

Plus: vino naturale gustoso e preciso, espressivo e semplice alla beva, ma per nulla banale, anzi un’interpretazione di pinot noir che esalta la mineralità del territorio vulcanico di provenienza. Vino da attendere con fiducia, migliorerà ancora.

Diego Mutarelli
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