Abbiamo già parlato del Carignano del Sulcis di Enrico Esu, per l’esattezza del “Nero Miniera”, vino che nasce letteralmente sulle miniere di Carbonia.
Oggi torniamo sul produttore perché abbiamo avuto modo di assaggiare il Carignano del Sulcis Riserva “Seruci” 2018, vino ottenuto dalla selezione delle migliori uve di carignano di una vigna ad alberello e a piede franco del 1958. Il vino affina per 12 mesi in tonneaux e, in questa annata colpita da peronospora, la produzione è stata limitata dal punto di vista delle quantità e delle rese.

Color impenetrabile e compatto, di un rosso rubino dai riflessi bluastri. Il vino scorre nel calice lento e denso, dà fin da subito l’idea di un vino pieno, fitto e concentrato.
L’olfatto è dapprima sulla frutta (marasca, prugna), poi mineralità scura, datteri, cioccolatino alla menta, fiori rossi macerati…
Il vino ha gran volume in ingresso, entra morbido grazie ad una poderosa materia fruttata, ma fortunatamente non impasta la bocca, non si ferma lì, ma si sviluppa benissimo in profondità grazie ad un’acidità ben presente e al tannino che fornisce grip ed allungo. Il vino è un piccolo miracolo di equilibrio insomma, soprattutto grazie alla mirabile gestione dell’alcol che pur sostenuto (15%) è ben integrato nella “fibra muscolare” del vino. Il risultato è un sorso sorprendentemente dinamico e facile alla beva.
In chiusura, dopo la deglutizione, il vino rimane a lungo su ritorni aromatici di frutta, sale e liquirizia.
Plus: non è affatto comune trovare in vini così potenti verve e mobilità degna di un peso piuma, un vino Riserva che si differenzia nettamente dal Nero Miniera, più agrumato e “chiaro” il Nero Miniera, più scuro e compatto questo. Insomma, ce ne è per tutti i gusti!
Diego Mutarelli
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