Vinitaly è senza dubbio la più importante fiera del vino d’Italia. Il numero di espositori e visitatori che gravitano intorno a Verona nei giorni del Vinitaly sono impressionanti. Noi di Vinocondiviso non potevamo mancare ma abbiamo deciso di visitare il Vinitalty 2022 con uno sguardo attento anche alle novità e ai piccoli produttori o denominazioni.
Sì, perché il Vinitaly non è solo fatto di grandi consorzi o grandi aziende, ma in diverse collocazioni trovano spazio produttori emergenti, denominazioni minori, vini biologici, artigiani, naturali…
Anche quest’anno, come accaduto nel 2019, tra i numerosi eventi e convegni abbiamo avuto modo di partecipare a Young to Young, l’ormai consueto momento di confronto, moderato da Paolo Massobrio e Marco Gatti, tra giovani vignaioli e comunicatori del vino.

Ecco gli interessanti vini degustati!
Spumante Lessini Durello Riserva Metodo Classico brut 2017 – Fongaro


L’azienda Fongaro è stata fondata nel 1975 da Guerrino Fongaro, ma dal 2020 alla guida dell’azienda vi è Tanita Danese, under 30, amministratore unico dell’azienda e con le idee molto chiare: certificazione biologica, focus sul Metodo Classico e cura maniacale del vitigno feticcio dell’azienda, la durella. Il vino che abbiamo nel calice matura in bottiglia sui propri lieviti 48 mesi, si presenta in veste giallo oro luminoso, il perlage è sottile e continuo. L’olfatto è stratificato e originale: viola, pompelmo, un tocco di frutta esotica, nocciola, il tutto avvolto da una soffusa mineralità. Al sorso il vino sorprende per una grande freschezza che il dosage (6-8 gr/litro) stempera appena. Sorso profondo ma sorretto da intensità e corpo. Chiusura sapida e lunga.
Indomito
Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese TIĀMAT 2020 – Cordero San Giorgio

I tre giovani fratelli Cordero si trasferiscono dalle Langhe in Oltrepò rilevando nel 2019 l’azienda Tenuta San Giorgio. 22 ettari vitati con vigne piuttosto vecchie a Santa Giulietta e voilà, parte l’avventura di Cordero San Giorgio
Il vino che degustiamo, con l’inconscia diffidenza che si impossessa di noi quando assaggiamo un pinot nero italico, è sorprendente. Un classico rubino scarico di bella trasparenza fa da apripista ad un naso fatto di lamponi e ribes, hibiscus, cannella e altre spezie in divenire, grafite. La bocca in ingresso è caratterizzata dalla piacevole dolcezza dei fruttini rossi percepiti al naso, buon volume e grande beva per un liquido che si muove con dinamica e con un tannino elegante (il 10% dell’uva non viene diraspata).
Promettente
Rossese di Dolceacqua Superiore Peverelli 2019 – Mauro Zino


Alla guida dell’azienda Mauro Zino vi è un ragazzo poco più che ventenne. Recupera l’attività e le vigne di famiglia, tra le quali l’impervia vigna Peverelli, conosciuta con questo nome fin dal 1700.
Rosso rubino intenso il colore. L’olfatto si apre sulla frutta rossa, l’incenso, le rose appassite e la macchia mediterranea. Il sorso è leggero, danza con eleganza sul palato lasciando in ricordo un’eco di mare e sale. Vino ispiratissimo e produttore che si impone all’attenzione dei tanti appassionati di Dolceacqua e del suo rossese. Peccato solo per le esigue quantità di questo specifico cru, prodotto in non più di 400 bottiglie.
Raffinato
Diego Mutarelli
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