Le Trame 2017, il miracolo di Giovanna Morganti?

Su queste pagine abbiamo già parlato di Le Trame (vedi ad esempio questo post oppure quest’altro), il non Chianti Classico – da tempo esce come Toscana IGT per scelta del produttore – di Podere Le Boncie, l’azienda agricola di Giovanna Morganti a Castelnuovo Berardenga (SI).

L’annata 2017 è stata una delle meno favorevoli dell’ultimo decennio e quindi abbiamo stappato la bottiglia, dopo anni di riposo in cantina, senza particolari aspettative. E invece… una volta in più il vino ci sorprende ricordandoci che la materia è complessa e rifugge dalla generalizzazioni e dalle ricette valide per tutte le stagioni. Questo vino, pur in un’annata che in Toscana non ha regalato capolavori, è un vero e proprio miracolo. Vino di un’integrità, dolcezza ed eleganza che mai avremmo potuto prevedere.

Le Trame 2017 - Podere le Boncie
Le Trame 2017 – Podere le Boncie

Si presenta con un luminoso rubino appena più chiaro sull’unghia. Olfatto subito molto estroverso e mutevole: viola, ciliegia, macchia mediterranea, scorza d’arancia, terra smossa e note ematiche…a bicchiere fermo una nota verde e balsamica che ricorda il muschio.

Sorso di grande equilibrio, l’alcol (13,5%) risulta perfettamente integrato in una materia fruttata di suadente dolcezza, la freschezza non manca così come il tannino risolto a centro bocca e appena più fitto in chiusura, contribuendo però a sostenere un persistente allungo sapido, floreale e di frutta rossa.

Abbinato con successo alle costolette di agnello.

Diego Mutarelli
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Degustazione di fine estate: vini e barbecue

Non c’è nulla di meglio – per salutare le vacanze appena trascorse, cercando almeno in parte di placare la nostalgia – di una serata in compagnia di amici degustatori accompagnati da chiacchiere, cibo e vini interessanti!

Ecco dunque l’elenco dei vini degustati alla cieca in un pranzo domenicale di fine estate di fronte ad un bel barbecue.

Champagne premier cru brut nature Grand Cuvée 2012 – Thomas Perceval

Iniziamo subito molto bene con questo champagne dal classico assemblaggio fatto da 1/3 di pinot noir, 1/3 di pinot meunier e 1/3 di chardonnay. Giallo paglierino con riflessi oro antico (la sboccatura non è recentissima, agosto 2017), naso in cui si avvicendano note fruttate piuttosto fresche (agrumi e mela cotogna) a note di pasticceria (pasta frolla, nocciola). Bollicina sottile, delicata e continua, di estrema eleganza, l’acidità ben presente non è mai prevaricante, accompagna anzi la beva che è pericolosamente “scorrevole”. Chiude su un finale sapido e minerale.

Champagne che stupirà gli amanti delle bollicine!

Champagne brut Grand Cuvée 166ème Édition – Krug

Che dire di sua maestà Krug: ha la regolarità ed il passo di un maratoneta, edizione dopo edizione con questa bottiglia si può star certi di bere sempre bene. Potenza e finezza vanno incredibilmente a braccetto in questo vino che parte su note di biscotto appena sfornato, nocciola, brioche ma che si schiarisce e muta di continuo nel calice. L’incedere in bocca è sontuoso eppur soave.

Eleganza allo stato puro.

Champagne Largillier Lieu brut nature 2016 – Coessens

100% di pinot noir per questo champagne disponibile non in tutte le annate in esigue quantità. Si caratterizza per un naso molto minerale accompagnato da agrumi e note di frutta rossa (ribes). Servito dopo Krug soffre un po’ il confronto, la bocca appare leggermente severa e “stretta”, ma di acidità dissetante e sorso profondissimo. Vino leggermente meno sofisticato dei precedenti ma è comunque un bel prodotto.

Domaine da seguire.

Chianti Classico Riserva 2016 – Val delle Corti

Rosso rubino di grande integrità, olfatto molto interessante che spazia dalla ciliegia alla viola, dall’arancia alle spezie. Sorso di grande freschezza, tannino magistralmente risolto e sviluppo con bell’allungo in chiusura. Salatissimo.

Matrimonio azzeccato con manzo alla griglia (Rib-Eye)

Barolo Perno Riserva 2012 – Elio Sandri (Cascina Disa)

Naso articolato sulle note più nobili e riconoscibili del nebbiolo: fiori appassiti, lamponi, anguria, arancia e un tocco più austero tra la legna arsa e la radice di liquirizia. Bocca secca e rigorosa, dal tannino fitto e con un’acidità prorompente che sostiene la beva. La bocca rimane succosa e saporita, per nulla asciugata, e la persistenza è molto lunga.

Barolo che, pur in annata non memorabile, comincia ora a distendersi.

Le Trame 2016 – Le Boncie

I vini di Giovanna Morganti non lasciano mai indifferenti e anche questo non fa eccezione. Parte sul frutto rosso molto vivace (ciliegia), poi un tocco di affumicato, rose rosse fresche, pepe…ma nel tempo continua a mutare e schiarirsi. La materia è ancora piuttosto compatta, il tannino vivace e saporito, ma la progressione non ha alcuna soluzione di continuità. Sorso potente e chiusura sapida e decisamente lunga.

Vino molto intrigante benché ancora in fasce.

Châteauneuf-Du-Pape 2015 – Domaine du Galet des Papes

Blend di più vitigni ma a prevalenza grenache (in aggiunta syrah, cinsault , mourvèdre e vaccarèse) il vino si presenta con un naso molto mediterraneo fatto di garrigue, olive, ginepro, poi a seguire cassis, prugna e… un’eco marina. Bocca potente, i 15% di tenore alcolico dichiarati in etichetta sono però ben compensati da materia, acidità e sale.

Piacevole nella sua “polposità”.

Diego Mutarelli
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Le Trame: verticale 2001-2010 del gioiello di Giovanna Morganti

Oggi ti racconto di una verticale che copre un intero decennio del vino simbolo di Giovanna Morganti (Podere le Boncie)Le Trame. In quel decennio Le Trame era ancora un Chianti Classico. A partire dall’annata 2011 – immagino per qualche polemica con il Consorzio e per prendere le distanze dalla maggior parte dei produttori della zona (come peraltro fatto anche da Montevertine) – il vino è uscito dalla DOCG in favore della semplice IGT.

Verticale Le Trame
Verticale Le Trame

A Castelnuovo Berardenga Giovanna Morganti cura in biologico i suoi 5 ettari di vigna piantata ad alberello su suolo sassoso e calcareo (sangiovese, colorino, mammolo e foglia tonda). Il non interventismo in vigna prosegue anche in cantina: la fermentazione spontanea avviene in tini aperti per circa 20 giorni e non viene utilizzata alcuna pompa meccanica (se non per i travasi), le uve sono follate a mano. L’affinamento prosegue per due anni in botti di rovere ed il vino non subisce alcuna filtrazione.

Preferisco non dilungarmi nella descrizione minuziosa di ciascuna annata degustata, mi limiterò a qualche cenno della annate più convincenti.

Mi sembra invece interessante, per una volta, partire dalla fine, ovvero dal fil rouge che ho ritrovato nei vini dei diversi millesimi.

Le Trame è un vino piuttosto scorbutico in gioventù, con tannini piuttosto fitti ed acidità pronunciata; un invecchiamento di una decina d’anni giova senz’altro al vino che acquisisce armonia e compiutezza. Si tratta però di un vino che non cerca alcun compromesso, non è aggiustato in alcun modo e, con carattere e personalità, riflette ed interpreta la singola annata. Vini molto diversi dunque eppure accomunati da un profilo olfattivo di frutta di rovo e fiori rossi, note ematiche e mineralità ferrosa, terra smossa e spezie. La bocca, come detto, ha un profilo succoso e acido, tannino ben presente ma polpa e sapidità non mancano mai.

I migliori vini sono risultati quelli delle annate 2004 (elegantissimo, succoso e soavemente floreale), 2007 (vino molto energico, verticale e con grande spalla acida, evolverà ancora per un bel po’) e 2008 (risolto, forse all’apice, ma che goduria!) seguiti dagli ottimi (ma quasi opposti come profilo) 2001 e 2002. Discreti il 2003 ed il 2010 (quest’ultimo potrebbe migliorare parecchio) mentre meno convincenti il 2005 ed il 2009 (entrambi piuttosto sgraziati). L’annata 2006 è stata inficiata da un tappo non perfetto, ahimè.

Diego Mutarelli
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