Quinta do Noval, due assaggi da ricordare

Questa estate in Portogallo per turismo, non potevamo non dedicare un po’ di tempo anche all’assaggio di una tipologia di vino tra le più prestigiose del mondo, parliamo dei Porto, i vini fortificati che vantano una storia plurisecolare.

Tra i diversi vini degustati ci hanno particolarmente colpito due assaggi che vogliamo ricordare e condividere, come di consueto, su queste pagine.

Ci trovavamo a Vila Nova de Gaia, città sulla riva sinistra del fiume Duero posta esattamente di fronte alla città di Porto e facilmente accessibile attraversando l’imponente Ponte Dom Luís I. La visita della città è particolarmente istruttiva per gli enofili, a Vila Nova de Gaia infatti vi sono le cantine di affinamento e gli uffici commerciali delle più importanti aziende produttrici di Porto. C’è la possibilità di assaggiare i vini di molti produttori che hanno dei punti vendita proprio a Vila Nova de Gaia.

Abbiamo scelto di fermarci a degustare presso Quinta do Noval, prestigiosa azienda la cui storia risale all’inizio del XVIII secolo. L’azienda produce sia i vini della Valle del Douro (Douro DOC) sia i vini Porto, sui quali abbiamo concentrato i nostri assaggi. Ecco cosa abbiamo bevuto:

Porto Vintage 2003 – Quinta do Noval

E’ un vino ottenuto da diverse varietà, che possono variare da un anno all’altro ma che generalmente comprendono vitigni quali touriga nacional, touriga francesa, tinto cão, sousão, tinta roriz. Il vino è pressato con i piedi in vasche di granito (lagares) e affina 18 mesi in botti di rovere.

Il vino si presenta di un rosso rubino integro. Al naso riconosciamo prugna, cioccolato, menta, ciliegia, asfalto…sorso di grande morbidezza anche se il residuo zuccherino è appena percepibile. Sviluppo carezzevole e caldo, un tocco gentile di tannino in chiusura. Molto lungo su ritorni di frutta rossa e liquirizia dolce.

Vino molto buono che coccola il palato e lo seduce con una certa immediatezza.

Tawny Port Single Harvest Colheita 2012 – Quinta do Noval

In questo caso siamo di fronte ad un Porto Tawny millesimato che, a differenza del Porto Vintage, invecchia in botte fino alla messa in bottiglia. Il vino dunque sosta in legno molto a lungo (in questo caso 11 anni di legno prima dell’imbottigliamento) e sviluppa maggiori note di evoluzione.

Rosso rubino chiaro con riflessi granati il colore, al naso frutta secca (noce), fieno, uva passa, cannella, ciliegie disidratate. Sorso di grande intensità, ampio e potente, ma voluttuoso e carezzevole, l’acidità non manca per la tipologia ed il residuo zuccherino risulta molto attenuato. Lunghissimo e profondo, chiude su ritorni di cioccolatino alla ciliegia e sale.

Vino più cerebrale e complesso del precedente che ci ha conquistato!

Diego Mutarelli
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Douro Touriga Nacional 2017 – Quinta do Noval

Non di solo Porto vive il Portogallo vitivinicolo: infatti, la produzione di vini non fortificati è sempre ben presente, anche nella regione del Douro, con i più noti produttori di Porto che si dedicano anche alla vinificazione di interessanti vini rossi che la critica internazionale apprezza sempre di più. Tra questi anche Quinta do Noval, le cui radici affondano nel lontano 1715.

Con grande curiosità ho stappato quindi questo vino ottenuto da touriga nacional, in un’annata climaticamente estrema (le temperature di giugno hanno toccato per molti giorni i 42-44 gradi) che dopo una vinificazione in inox matura per 10 mesi in barriques (35% nuove).

Douro Touriga Nacional 2017 – Quinta do Noval

Rosso rubino con riflessi violacei, ancora molto compatto. Olfatto che ha bisogno di ossigeno per liberarsi dalle note piuttosto marcate derivanti dall’affinamento in barriques. Dopo qualche minuto però il vino si distende liberandosi (ma non del tutto) dal legno. Inizialmente sa di vaniglia e cioccolatino Boero, poi arrivano note floreali di peonia e geranio, quindi amarene sotto spirito e un tocco di noce moscata.

Ad un naso così ricco e in qualche modo “confezionato” fa da contrappunto, fortunatamente, un sorso più agile e dinamico del previsto. I 14% di titolo alcolometrico sono ben fusi in una materia succosa e dinamica, con una freschezza che dona leggerezza e profondità. Chiude con un tannino appena amaricante.

Plus: bocca di una certa leggerezza che in questa fase ancora molto giovanile lascia ben sperare

Minus: lo stile di vinificazione è, in questo momento, piuttosto coprente, un ulteriore affinamento in bottiglia potrebbe però riservare qualche sorpresa.

Diego Mutarelli
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