Non di solo Porto vive il Portogallo vitivinicolo: infatti, la produzione di vini non fortificati è sempre ben presente, anche nella regione del Douro, con i più noti produttori di Porto che si dedicano anche alla vinificazione di interessanti vini rossi che la critica internazionale apprezza sempre di più. Tra questi anche Quinta do Noval, le cui radici affondano nel lontano 1715.
Con grande curiosità ho stappato quindi questo vino ottenuto da touriga nacional, in un’annata climaticamente estrema (le temperature di giugno hanno toccato per molti giorni i 42-44 gradi) che dopo una vinificazione in inox matura per 10 mesi in barriques (35% nuove).

Rosso rubino con riflessi violacei, ancora molto compatto. Olfatto che ha bisogno di ossigeno per liberarsi dalle note piuttosto marcate derivanti dall’affinamento in barriques. Dopo qualche minuto però il vino si distende liberandosi (ma non del tutto) dal legno. Inizialmente sa di vaniglia e cioccolatino Boero, poi arrivano note floreali di peonia e geranio, quindi amarene sotto spirito e un tocco di noce moscata.
Ad un naso così ricco e in qualche modo “confezionato” fa da contrappunto, fortunatamente, un sorso più agile e dinamico del previsto. I 14% di titolo alcolometrico sono ben fusi in una materia succosa e dinamica, con una freschezza che dona leggerezza e profondità. Chiude con un tannino appena amaricante.
Plus: bocca di una certa leggerezza che in questa fase ancora molto giovanile lascia ben sperare
Minus: lo stile di vinificazione è, in questo momento, piuttosto coprente, un ulteriore affinamento in bottiglia potrebbe però riservare qualche sorpresa.
Diego Mutarelli
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