Qualche tempo fa, in un post dedicato ai vini della Savoia, avevo sostenuto come i vitigni autoctoni sposati alle pratiche biodinamiche fossero gli atouts della Savoia. Dopo qualche esperimento ho infatti smesso di bere vini savoiardi ottenuti di vitigni “internazionali”.

Ma il destino è cinico e baro e, per ripicca, mi ha riproposto, alla cieca, un vino che mi ha proprio deluso…soprattutto dopo aver scoperto che è di un produttore che amo ma che, a giudicare da questo caso, ben farebbe a dedicarsi agli splendidi vitigni della propria regione.
Vin de Savoie Chardonnay 2013 – Domaine Dupasquier
Il naso parte piuttosto bene su note floreali (tarassaco e altri fiori di campo), poi fieno, nocciola e prugne Mirabelle. La bocca però entra larga e alcolica e da lì non si smuove. Il vino manca di dinamica e nerbo acido, la chiusura ed il retrolfatto sono dominati da calde note fruttate.
74
Insomma, in Savoia meglio continuare a scoprire ed esplorare i vitigni del luogo. Se proprio devi bere chardonnay resta in Borgogna (anche se lì le delusioni, sempre possibili, si pagano a caro prezzo!).