Un Rebelot di vini

Oggi ti voglio fare partecipe di una bella serata di degustazione tra amici bevitori. Il tema non era definito, ciascuno avrebbe portato una bottiglia degna di nota da degustare alla cieca. Il tutto al Rebelot, uno dei più cosmopoliti ed interessanti ristoranti di Milano, grazie soprattutto alle sapienti mani dello chef Matteo Monti.

Ecco come è andata.

Champagne grand cru “Le Jardin de la Grosse Pierre” 2009 – Benoît Lahaye

Produttore biodinamico della Champagne; il vino in questione è un assemblaggio di molte uve (Pinot Noir, Chardonnay, Meunier, Pinot Blanc, Arbanne, Petit Meslier e Fromenteau) provenienti da un’unica parcella a Bouzy. Naso molto bello giocato sull’agrume, la mela grattugiata e lo zenzero; la bocca è percorsa da un’acidità poderosa (si tratta di un brut nature), in questa fase la definirei “al limite”; il perlage è invece molto elegante: fine, fitto e persistente.

Pessac-Léognan Château Carbonnieux blanc 2013

Vetro trasparente e colore molto scarico ingannano, il naso è un’esplosione aromatica di frutta tropicale, salvia, bergamotto, crema pasticcera al limone, tocco affumicato…vino tecnico, se vogliamo, ma di grande mano. Il legno piccolo ed i vitigni impiegati (75% sauvignon, 25% sémillon) rendono il vino ricco ma mai sopra le righe, la pulizia del finale e la mineralità in sottofondo sorprendono. Vino da stappare tra qualche anno ma che promette bene.

Saumur “Brézé” 2011 – Clos Rougeard

Questo vino dei fratelli Foucault è ottenuto da un vigneto di soli 1,5 ha. Il naso direi che è didattico di un certo tipo di chenin: cera, propoli, mela renetta matura…la bocca è di gran volume con un’acidità ben presente a bilanciare. In centro bocca esce un legno dolce (vaniglia) che in questo momento disturba, la chiusura è elegante e pulita. Vino che se con il tempo integrerà meglio il legno potrà diventare grande. Ora è solo buono.

Volnay Fremiet 1er cru 2000 – Domaine Marquis d’Angerville

Vino molto elegante colto probabilmente all’apice: lamponi in confettura, fughi secchi, canfora, una nota di mineralità scura che si accompagna ad un tocco balsamico. Bocca risolta, saporita e cremosa. Elegante e sapida la persistenza.

Domaine de la Grange des Péres 2012

Naso un po’ sporco di pollaio, poi rosa canina e sangue. Bocca succosa ma con legno ancora in evidenza soprattutto in una chiusura amaricante per me fastidiosa. Personalmente non mi ha colpito, ricordo edizioni di questo vino molto più convincenti.

Nuits-Saint-Georges 1er cru “Les Murgers” 2010 – Hudelot-Noellat

Per il sottoscritto il vino della serata! Naso multiforme: ribes, arancia, cannabis, mercato di spezie…Il sorso è soave ed elegante, energico e saporito, sferzante ed appagante. Grandissimo vino.

Turasi Riserva “Radici” 2006 – Mastroberardino

Bel  vino ancora giovanissimo. Il naso è piuttosto austero con note di corteccia, marasca, peonia, un che di medicinale, sangue. Bocca compatta ma aggraziata, il tannino è presente ma vellutato. Chiusura molto sapida.

Maremma Toscana DOC Syrah “Marujo” – Casteani

Questo syrah della Maremma elevato in anfora di terracotta risulta vaso di coccio (appunto!) di fronte agli altri vini della serata. Poco fine al naso e squilibrato in bocca. Da risentire.

A chiudere la serata ci siamo “puliti la bocca” con un’ottima Vitovska “Kamen” 2015 di Zidarich: vino di grande finezza. L’affinamento in contenitori di pietra del Carso si percepisce anche al naso tutto giocato su sale, roccia e mare più qualche fiore giallo. Bocca salata e profondissima.

 

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