Questa volta, noi di Vinocondiviso, vi parliamo non solo di vino ma anche di sfide, condivise.
Condivise fra amici, come è bello fare con il vino.

Nato vignaiolo e diventato super sportivo, un blend apparentemente inusuale, Luca Ferraro è da sempre alla ricerca di stimoli, sfide, obiettivi nuovi, sia in vigna che nello sport. In occasione della presentazione qui a Milano dei vini della sua azienda, Bele Casel, Luca ha pensato ad una originale e sfidante modalità di arrivo: è partito sabato mattina dalla sua Asolo, in provincia di Treviso, condividendo 490 km di pedalate con il suo amico Ignazio ed è arrivato a Piazza del Duomo, a Milano, domenica sera, 30 marzo.

Lunedì, super scattante e per nulla affaticato (che i suoi vini abbiano un effetto dopante?), Luca ha proposto un’interessante verticale di ColFondo (annate 2017, 2013, 2009) da EnoClub, storica enoteca milanese a cui Luca è particolarmente affezionato perché da piccolo veniva a consegnare direttamente il vino con il papà Danilo.
Ma facciamo un piccolo passo indietro su cos’è un vino “col fondo”.
“Fra il frizzante tecnico e convenzionale dell’autoclave e quello di maggiore ampiezza e personalità fermentato in bottiglia …quello “con il fondo” è un metodo casalingo e artigianale che le famiglie contadine hanno sempre utilizzato per la produzione del loro vino: in un tempo dove le vendemmie erano più tardive di quelle attuali … le fermentazioni alcoliche si arrestavano per il freddo invernale, lasciando dello zucchero residuo, che rifermentava poi coi primi tepori primaverili dopo l’imbottigliamento, generando un vino secco e frizzante.” (cit. “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” di Massimo Zanichelli).
L’annata 2009 di Colfondo (tappo a corona, sia benedetto!) ci chiarisce bene quando Luca parla del lievito definendolo “il botulino” del vino: sostando in un ambiente riducente, in continuo scambio con i propri microrganismi attivi, il vino si mantiene vivo e in continuo divenire. Il 2009 conserva freschezza, acidità e sapidità, marchio di fabbrica della cantina e soprattutto dei vigneti di Bele Casel, ma il lavoro incessante dei lieviti lo ha reso più morbido. Sorprendente pensare che sia un vino di 10 anni.

Il giorno successivo, a La Sala del Vino, Luca ha presentato tutta la sua linea di Prosecco e in particolare l’ultima novità, Vecchie Uve. Vecchie Uve perché? Perché l’azienda Bele Casel qualche anno fa ha acquistato un vecchio vigneto, nella zona di Monfumo, ripido, ricco di marne calcaree e di …uve antiche, quelle della tradizione: rabbiosa, marzemina bianca, bianchetta trevigiana, verdiso. Vecchie Uve è tecnicamente un prosecco charmat lungo (ben 12 mesi, per provare a domare un po’ l’acidità della rabbiosa), a dosaggio zero. Dico tecnicamente perché è un un prosecco che esce dall’ordinario e colpisce per complessità aromatica, persistenza olfattiva e chiusura lunghissima. Altamente consigliato per blind tasting di Bollicine!