Un Fiano di Avellino…principesco!

Il fiano è, senza ombra di dubbio, uno dei grandi vitigni a bacca bianca del nostro Paese. E Lapio, in provincia di Avellino, uno dei territori in cui esprime al meglio le proprie potenzialità. Qui si trova Rocca del Principe, un’azienda agricola che da decenni si dedica al fiano, dapprima come conferitore a realtà più grandi (in primis Mastroberardino) ed poi, dal 2004, come produttore autonomo ed indipendente. L’azienda, guidata da Ettore Zarrella e Aurelia Fabrizio, dispone di 6 ettari di fiano e 1,5 ettari di aglianico.

Abbiamo assaggiato il Fiano di Avellino Tognano 2018. La vigna da cui è ottenuto il vino si trova in Contrada Tognano, intorno ai 550 metri di altitudine e con esposizione est, ed è considerata un vero e proprio grand cru della denominazione Fiano di Avellino. Le uve sono vendemmiate a fine settembre/inizio ottobre, fermentano e affinano a lungo in acciaio, sulle fecce fini, prima di riposare in vetro per minimo 12 mesi. La scelta aziendale è quella di mettere in commercio il vino con un anno di ritardo rispetto a quanto consentirebbe il disciplinare. Scelta che valorizza le notevoli capacità di evoluzione e longevità del vitigno.

Nel bicchiere abbiamo un vino giallo paglierino screziato da luminosi riflessi verde-oro. L’olfatto è complesso e articolato, di grande eleganza: è la magia dovuta alla permanenza sulle fecce del vino e alla lunga evoluzione in bottiglia (in questo caso beviamo il vino a quasi 6 anni dalla vendemmia). Agrumi, nespola, fieno, ma anche mandorla fresca, iodio, note vegetali di mentuccia e macchia mediterranea delineano un quadro aromatico che potrebbe far pensare a Chablis o alla Mosella… e invece siamo da tutt’altra parte ma in un territorio che non è certo da meno!

Sorso di grande freschezza e dinamica, il profilo “nordico” avvertito al naso lo ritroviamo anche in bocca, con un frutto limitato alla parte agrumata ed una tessitura innervata di acidità rinfrescante e saporita mineralità. La chiusura è di grande pulizia e persistenza.

Un grande vino che in questa fase appare ancora “giovane”, tra qualche anno potrebbe spiccare il volo e regalarci un vino di caratura mondiale, davvero principesco. L’ultima bottiglia di questa annata che riposa in cantina ci dirà se la profezia si avvererà!

Diego Mutarelli
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