Champagne Odyssée 319 BdB Jour 1 à Avize, Le Levant

Champagne Odyssée 319 nasce da un’idea, se vogliamo un po’ folle, di Olivier Bonville – patron della storica maison Franck Bonville ad Avize, patria come sappiamo dei più grandi Blanc de Blancs – e del genero Ferdinand Ruelle. Si tratta di uno champagne 100% grand cru Avize e prende il nome dall’Odissea di Ulisse: i due artisti vigneron si sono messi in testa di fare un vero e proprio viaggio nei 319 comuni della Champagne e ogni anno fare uscire una cuvée diversa avvalendosi anche della collaborazione di amici produttori sparsi sul territorio: chiaramente missione impossibile (o mitologica!), ci vorrebbero 319 anni per completare la mastodontica impresa, ma sicuramente un’idea affascinante ed unica.

Questo “primo” Champagne come dicevo 100% Avize rivela la solita felicissima mano di Bonville: base 2014, sboccatura maggio 2022, dosaggio 8,3 grammi che non si sentono assolutamente, anzi impreziosiscono il sorso, (Olivier Bonville è maestro dei dosaggi lontani dalle mode effimere dei brut zero o pas dosé…), colore splendido oro carico, naso suadente che spazia dal gesso agli agrumi ma è la bocca ad impressionare per potenza, acidità e materia con ancora tanti anni davanti per esprimersi al meglio.

Una bolla da abbinare ad un risotto ai porcini, a del foie gras o, portafoglio permettendo, a dei tajarin al tartufo bianco.

Buon viaggio a Oliver e Ferdinand, bravi!

Gregorio Mulazzani
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Modena Champagne Experience sesta edizione. Siete pronti?

Gli appassionati di Champagne – e noi di Vinocondiviso, come documentano i tanti post e le tante bottiglie bevute, siamo tra questi – hanno un appuntamento ormai fisso da sei anni a metà ottobre: a Modena per due giorni, il 15 e il 16 ottobre 2023, potremo assaggiare le espressioni più disparate di Champagne, un’occasione che non ha uguali in Italia.


Le grandi Maison, che hanno innegabilmente fatto la gloriosa storia della Champagne, e accanto a loro, le tante nuove realtà produttive piccole e familiari, quelle dei Récoltants-Manipulants, che negli ultimi anni si sono fatte conoscere anche dal pubblico italiano: troveremo entrambe queste due anime, durante la Champagne Experience per un totale di 176 aziende presenti e ben 900 vini.

Come districarsi in tutto questo eden rifermentato in bottiglia? Suggeriamo di scaricare da subito il catalogo (clicca qui!) e cominciare, come noi …, a togliere qualcuno dei tanti vini che vorremmo assaggiare e scegliere due zone da approfondire.
Noi quest’anno abbiamo optato per Côte des Blancs e Vallée de la Marne, non tralasciando di assaggiare le nuove cuvée di alcune storiche Maison, iscrivendoci anche a due sponsor class.

Speriamo di riuscire a fare tutto, ma una cosa è certa, ci divertiremo!

Alessandra Gianelli
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Nel cuore di Avize, in grandi botti alsaziane

Eccoci ancora a parlare di artigiani vignaioli della Champagne; oggi siamo ad Avize, Grand Cru della Côte des Blancs dove l’azienda Fallet-Prévostat, ora passata in mano alle figlie, produce tre Blanc de Blancs, differenti solo per il dosaggio: Brut, Extra Brut e Non Dosè.
Grazie alle scorribande in Champagne di un nostro carissimo amico, Andrea D’Agostino, profondo conoscitore della zona, abbiamo potuto degustare questo champagne Fallet-Crouzet (le figlie sono affiancate dai loro mariti, con relativo cognome in etichetta) Blanc de Blancs Grand Cru Non Dosé: da vigne di oltre settanta anni di età, il vino base (figlio sempre di due annate) riposa un anno in grandi, esauste, botti alsaziane, per poi restare sui lieviti circa sessanta mesi.


L’affinamento in legno è già svelato dal colore, un giallo dorato molto intenso e carico; in bocca si apre lentamente su note di frutta gialla matura, fico, nocciola, crema di arachidi per poi concedere sentori che ricordano la macchia mediterranea fino al salmastro. L’opulenza olfattiva la ritroviamo nel sorso ampio e avvolgente che non manca di regalare, sul finale, freschezza e balsamicità.
Aspettandoci un vino meno strutturato, avevamo in tavola un ottimo sashimi di tonno rosso e una saporita insalata di mare che, ahinoi, non hanno retto il confronto. Da riprovare, restando sul tonno, con un trancio scottato in panatura di pistacchi oppure con acciughe liguri fritte, e perché no, osare con una burrata affumicata.
Tocca tornare in Champagne, Andrea!

Alessandra Gianelli
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Trento Doc Dosaggio Zero Riserva 2015 – Letrari

A mio modesto avviso, e generalizzando pericolosamente, da tempo considero il territorio del Trento Doc l’unico che in Italia può avvicinare (ma non competere) i miei amati Champagne. Pur con tutte le dovute eccezioni la Franciacorta ne ha ancora di strada da percorrere…

Torniamo però al vino, ovvero al Trento Doc Dosaggio Zero Riserva 2015 – Letrari sboccatura 10/2021, blend classico di pinot nero e chardonnay con permanenza 60 mesi sui lieviti. Il colore è oro carico, naso elegante ed equilibrato con note di fine pasticceria, panificazione, bocca di bella sostanza, acidità contenuta ma presente, certo non ha la gessosità d’oltralpe ma è davvero un bel prodotto da abbinare ad un antipasto di carpacci di pesce marinati e/o anche uno spaghetto alle vongole in bianco cucinato come si deve.

Gregorio Mulazzani
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Champagne 82/15 extra brut Chouilly grand cru – Vazart Coquart

Di questo ottimo produttore, di cui abbiamo già parlato, ecco un altro stupendo Blanc de Blancs, prodotto in solo 1669 bottiglie, assemblaggio di una reserve perpetuelle dal 1982 e ultima annata 2015 (da cui il nome dell’etichetta). Dosaggio 1 gr/l quindi quasi zero, mise en cave nel 2017 con sboccatura 2022.

Bellissimo colore oro abbastanza carico, naso finissimo di zenzero, agrumi, gesso, nessuna ossidazione, freschissimo al sorso con, in bocca, una sensazione cremosa e carezzevole dalla bolla finissima. La materia è però importante bilanciata da una giusta acidità, acquistate quel che potete di Vazart-Coquart perché ahimé i prezzi hanno cominciato a salire…

Ottimo abbinamento con filetti di merluzzo al forno con pomodori olive e capperi e un’insalata di polpo, ma si può tentare agevolmente anche qualcosa di più consistente, penso ad esempio ad un rombo con patate e funghi porcini o una rana pescatrice.

Gregorio Mulazzani
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Champagne Special Club BdB extra brut Chouilly grand cru 2014 – Vazart Coquart

Siamo nel nord della Côte des Blancs, terra di chardonnay per eccellenza, più verticali e dritti che i comuni più blasonati di Mesnil e Avize, poco più a sud; qui si trova la piccola maison Vazart Coquart giunti ora alla terza generazione, prodotti dall’eccellente rapporto qualità prezzo.

Questo Special Club BdB è il fiore all’occhiello della gamma, da un vigneto di 11 ettari a Chouilly con età media delle viti di 45 anni, esce solo nelle migliori annate, colore oro carico (la veste ricorda più Avize, contraddicendo a quanto detto prima), naso con sbuffi di cedro, scorza di limone, delicata panificazione e zenzero, la bocca è piuttosto ampia, di bella materia, bolla finissima e carezzevole, acidità corretta senza eccessi.

L’ho abbinato a degli splendidi Nigiri di Aji (take away Giapponese di culto per i milanesi), mariage parfait soprattutto con il Nigiri di capesante e scorza di limone.

Gregorio Mulazzani
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Champagne Unisson Franck Bonville e sashimi

La Maison Franck Bonville si trova ad Avize in Côte des Blancs. Abbiamo bevuto lo Champagne Unisson Grand Cru Blanc de Blancs che nasce da un blend di Avize, Oger e Mesnil, quindi siamo nell’Olimpo dello chardonnay. Si tratta di uno splendido assemblaggio di annate 2016 e 2017 con sboccatura 2022 e dosaggio “finalmente normale”, ovvero 6,5 grammi/litro circa, un vino gourmand da bere anche a tutto pasto volendo.

Si presenta con un bel colore oro carico, naso fine di burro di Normandia, zest di agrumi e pan brioche, bolla estremamente fine, sorso elegante ed acidità mai fuori scala a pulire, prezzo davvero molto corretto (come peraltro tutta la gamma di questa piccola maison gestita oggi dalla quarta generazione rappresentata da Olivier Bonville).

L’abbinamento è risultato perfetto con un chirashi di sashimi misto del grande Maestro Haruo Ichikawa dell’omonimo ristorante milanese.

Gregorio Mulazzani
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Champagne Rosé Premier Cru “Anthocyanes” – Pascal Doquet

Confesso che non avevo mai bevuto il rosé di Doquet, produttore che amo per i suoi BdB di Vertus (e Mesnil). Champagne rosé d’assemblaggio con 50% di pinot noir di Vertus e Bergères (estrema zona sud della Côte des Blancs) e 50% di chardonnay di Vertus.

Vendemmia 2015, dosaggio molto basso (3,5 gr/l) e sboccatura fine luglio 2021, colore acceso tra la buccia di cipolla e il lampone, al naso torna un lampone nettissimo e molto elegante, bocca ricca, fruttata ma con un acidità che pulisce tutto e rinfresca il sorso. Bella sorpresa!

In Italia andrebbero “riscoperti” e rivalorizzati gli Champagne Rosé, penso allo splendido prodotto di Larmandier Bernier che a mio avviso rimane lo Champagne rosé migliore mai assaggiato insieme a quello di Laval.

Abbinamento con delle quaglie arrosto oppure, anche per cambiare completamente, uno scorfano all’acqua pazza.

Gregorio Mulazzani
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Champagne BdB extra brut “Les Rocheforts” – Étienne Calsac

Ci scommetto, ve ne innamorerete al primo sorso!

Stupendo Champagne di Étienne Calsac, un produttore ancora relativamente poco conosciuto, almeno in Italia. Da uve 100% chardonnay, monoparcellare ottenuto da vigne di 30 anni nel comune di Bisseuil a pochi km da Épernay verso Bouzy.

Il suolo gessoso esplode al naso con una grande mineralità bianca profonda, agrumi amari, bolla finissima, splendida acidità e beva “assassina” (attenzione che in 10 minuti massimo evapora, nel mio caso è successo con consorte generalmente moderata), approfittatene finché i prezzi non esploderanno giocoforza anche per questo produttore.

Abbinamento d’elezione sashimi misto con ricciola, branzino, tonno rosso, scampo e leggerissima soia a finire.

Gregorio Mulazzani
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Champagne brut grand cru 2008 – Pierre Moncuit

Ci troviamo a Le Mesnil sur Oger mitico comune grand cru della Côte des Blancs, qui si produce anche il celeberrimo e costosissimo Clos du Mesnil di Krug.

Pierre Moncuit “maison familiale” dal 1889, circa 20 ettari di solo chardonnay, produce ottimi Blanc de Blancs dal correttissimo rapporto qualità-prezzo.

Nel calice abbiamo l’annata 2008, una delle più importanti degli ultimi anni, Champagne “all’antica” rispetto agli standard zéro dosage che vanno di moda oggi, colore oro intenso, naso di agrumi maturi, lieviti, gesso e propoli, dosaggio tra i 6/7 grammi, bocca di grande materia, bolla fine e acidità un po’ smussata dal dosage e dall’annata “matericamente” ricca, da bere ora e da accompagnare ad un risotto alla milanese (anche con ossobuco) o un pesce grasso accompagnato con dei funghi porcini.

Gregorio Mulazzani
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