Ti ho già raccontato dell’azienda agricola De Fermo, in quel di Loreto Aprutino. L’azienda produce vini a base di pecorino, chardonnay e montepulciano. Il montepulciano d’Abruzzo è prodotto in due versioni: ad una prima tipologia più agile e scattante affinata prevalentemente in cemento, il “Concrete“, è affiancato un vino più ambizioso e muscolare, in linea con l’impostazione tradizionale del montepulciano abruzzese, il “Prologo“. Oggi ti parlo proprio di questo secondo vino.
Montepulciano d’Abruzzo “Prologo” 2014 – De Fermo
Montepulciano d’Abruzzo “Prologo” 2014 – De Fermo
Il colore è un rubino impenetrabile screziato da riflessi porpora.
Olfatto di ciliegia sotto spirito accompagnata però da una fresca e carnosa rosa rossa. Poi si susseguono note terziarie di cioccolato fondente, pelliccia, spezie (chiodo di garofano e cannella), asfalto.
La bocca è ampia e carezzevole, con l’alcol, sotto controllo, a veicolare la dinamica. Il sorso si distende bene ed è sorretto da un’acidità viva e vivificante.
Il vino rimane morbido e suadente con però, in chiusura, un bel tannino a dare croccantezza e sapore.
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Plus: Montepulciano che riesce ad essere elegante senza essere troppo “pettinato” e dunque che non tradisce la sua anima rustica. Maschio, ma con grazia.
Ti ho già raccontato della mia visita presso l’azienda agricola De Fermo a Loreto Aprutino. In quell’occasione non mi era stato possibile assaggiare il Launegild, il vino ottenuto da un clone di chardonnay presente in azienda da inizio ‘900. Ero quindi curioso di degustare la bottiglia acquistata in azienda:
Chardonnay Colline Pescaresi IGT “Launegild” 2015 – De Fermo
Chardonnay Colline Pescaresi IGT “Launegild” 2015 – De Fermo
Il vino si presenta in una veste giallo paglierino con riflessi dorati.
Olfatto di pesca gialla, fiori ed erbe di campo, nocciole e, dopo qualche minuto, melone bianco.
L’ingresso in bocca è ampio con un alcol appena troppo sostenuto rispetto alla materia anche se la dinamica in bocca è ottima ed il vino si sviluppa con buona progressione ed una certa stratificazione. La sapidità compensa un certo deficit di acidità e la chiusura è piacevolmente amaricante.
Plus: chardonnay non caricaturale come troppo spesso capita in Italia e non solo…le note morbide sono ben compensate dalla sapidità e l’articolazione del sorso assicura una beva non banale. Minus: manca un po’ di acidità a rinfrescare il quadro e a dare ancora più energia al sorso.
Come promesso qualche post fa, ti relaziono su di un vino che ho acquistate nel corso della mia recente visita presso l’azienda agricola De Fermo. Si tratta di un montepulciano che, dopo cinque giorni di fermentazione a grappoli interi, viene vinificato ed affinato in cemento.
Montepulciano D’Abruzzo “Concrete” L.A. 2015 – De Fermo
Il risultato è quello di un vino beverino, meno muscolare dei Montepulciano d’Abruzzo tradizionali che ti aspetteresti, ma che non tradisce il vitigno di provenienza: si tratta infatti di un vino agile per la tipologia ma comunque con una certa “fibra” ed uno sviluppo gustativo che lascia emergere un’interessante nota minerale.
Montepulciano D’Abruzzo “Concrete” L.A. 2015 – De Fermo
Il vino si presenta in veste porpora con riflessi violacei. Al naso parte ridotto ma si pulisce rapidamente lasciando emergere aromi di fiori (peonie, viole) e frutta di una certa dolcezza (marasche, fragole). A bicchiere fermo fa capolino un’interessante nota ferrosa.
La bocca è solleticata da una sottilissima carbonica, a dimostrazione dell’estrema gioventù del vino. L’acidità veicola il sapore e sorregge il sorso caratterizzato da un tannino fitto ma vellutato (velluto a coste larghe!) con la scia minerale presente in chiusura. Persistenza molto buona.
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Plus: vino mobile, da attendere nelle sue fasi più scorbutiche (ma mai “sporche”) di riduzione o di presenza della CO2, per poi apprezzarlo nella sua versatilità a tavola come a merenda!
C’è un nuovo grande produttore in quel terroir straordinario di Loreto Aprutino. Non bastavano Valentini e Torre dei Beati agli appassionati dei vitigni abruzzesi evidentemente!
Approfittando delle vacanze pasquali ho avuto l’occasione di visitare l’azienda agricola De Fermo che si dedica all’agricoltura, e non solo alla viticoltura, dal 1785. Ma, in Contrada Cordano, frazione di Loreto Aprutino dove si trova l’azienda, l’olivicoltura e la viticoltura sono documentante addirittura dal IX secolo.
De Fermo: vigne
La vigna è tutta a spalliera e occupa poco meno di 17 ettari ad un’altitudine di 280-320 metri slm.
Mi ha accolto in azienda Stefano Papetti Ceroni che, con la moglie Eloisa, conduce brillantemente l’azienda che solo in tempi recenti (dall’annata 2010) ha deciso di imbottigliare i propri vini.
La filosofia De Fermo si basa sull’ascolto dell’ecosistema in cui è immersa, la scelta biologica e biodinamica è stata quindi naturale ma non ostentata né, tanto meno, riportata in etichetta. La cantina si muove di conseguenza: fermentazioni spontanee e lieviti autoctoni, nessun controllo delle temperature, banditi batteri o enzimi. Nessuna chiarifica, stabilizzazione o filtrazione. In azienda non c’è nessun contenitore di affinamento in acciaio, solo cemento e legno (botti e tonneaux).
De Fermo: botti grandi e cemento
De Fermo: tonneau
Circa 40.000 le bottiglie prodotte da uve montepulciano, pecorino e chardonnay (clone presente in azienda da inizio ‘900).
Ho assaggiato da botte il Cerasuolo d’Abruzzo “Le Cince” 2016 fresco e delicato, profumatissimo di fragoline e rose, di grande eleganza e sapidità in bocca. Vino da merenda o da tavola gourmet, versatile e beverino ma assolutamente da prendere sul serio. Un rosè senza alcun complesso di inferiorità. Il vino è ottenuto – naturalmente – da montepulciano e fermenta in legno e cemento affinando 8-10 mesi in botti grandi.
Secondo assaggio, sempre pre-imbottigliamento, con il Montepulciano d’Abruzzo “Concrete” 2016. Un montepulciano che, a partire dalla rapida fermentazione a grappoli interi (alla maniera di quanto si fa a Morgon e dintorni) vuole essere più agile ed immediato del classico montepulciano dalle “spalle larghe” (che pure è in gamma, si chiama Prologo): il tentativo riesce, il Concrete – così chiamato perché fermenta e affina solo in cemento – è un montepulciano floreale e fruttato senza eccessi tannici né note di surmaturazione.
Rimani in contatto…ho preso qualche bottiglia da degustare e di cui relazionerò a breve su questi schermi!