I 5 post di Vinocondiviso più letti nel 2018

Gli ultimi giorni dell’anno si avvicinano, è il momento di fare il punto della situazione e ripensare a cosa è successo nell’anno che sta giungendo al termine prima di gettarsi a capofitto sugli appuntamenti del prossimo 2019.

I 5 post più letti nel 2018
I 5 post più letti nel 2018

É con questo spirito che sono andato a spulciare le statistiche di Vinocondiviso.
Di seguito trovi i 5 post che nel 2018 sono stati più letti e più amati … anche da Google! 😉

Se c’è qualche post che ti è piaciuto particolarmente e che non risulta in classifica, condividilo nei commenti!

# 1 I profumi del vino: il peperone verde

La rubrica “I profumi del vino” è senza alcun dubbio la categoria più letta e meglio indicizzata sui motori di ricerca.
Tra i vari post dedicati agli aromi del vino vince nettamente l’approfondimento dedicato al peperone verde.

Link -> peperone verde

# 2 In visita da Roberto Conterno: rigore, poesia e Monfortino!

Roberto Conterno è sempre in cima a tutte le classifiche vinose e anche in questo caso l’interesse intorno a Conterno si conferma. Molto letto e condiviso il post-reportage apparso su Vinocondiviso che racconta della
visita a Monforte d’Alba.

Link -> Conterno

#3 L’amaro nel vino: quando il troppo stroppia

Post dedicato alle sensazioni amare nel vino. Segnatamente nei vini aromatici vinificati secchi o nei vini in cui l’uso del legno è gestito con imperizia.

Link -> L’amaro nel vino

#4 Vitigni autoctoni e biodinamica gli assi nella manica della Savoia

Un post del 2016 tra i più letti del 2018! Mi fa molto piacere sapere che l’interesse per i vini della Savoia continua a crescere.

Link -> Vini di Savoia

# 5 I Wine Box avranno successo anche in Italia?

In questo post analizzo invece un nuovo modo di acquistare il vino, i Wine Box.

Link -> Wine Box

L’amaro nel vino: quando il troppo stroppia

Se c’è una sensazione gustativa che non riesco a perdonare ad un vino è l’amaro. Un tocco di amaro nel vino è ammissibile, ci mancherebbe, può dare “sapore” e allungo, può rafforzare l’acidità e contrastare glicerine e grassezze assortite, certo. Può diventare nobile e trasformarsi magicamente in amertume

Ma quanto è troppo diventa insopportabile! Almeno per me, che sospetto di avere una soglia di tolleranza piuttosto bassa. Sono due i tipi di amaro in cui mi imbatto generalmente:

Alto Adige Goldmuskateller Graf 2015 - Meran
Alto Adige Goldmuskateller Graf 2015 – Meran

1. l’amaro dato da un utilizzo sconsiderato della barrique, o più in generale del legno nuovo. Ironia della sorte il legno nuovo spesso è utilizzato con la finalità contraria, ovvero apportare sensuali dolcezze e vanigliose mollezze oppure per addomesticare il tannino e renderlo più “rotondo”. L’effetto di un uso sbagliato del legno (o anche dell’uso del legno sbagliato, leggasi tostatura) è invece del tutto opposto: tannini gallici amari e ruvidi, sensazioni in chiusura di bocca ed in fondo alla lingua liquiriziose e scomposte…e quando la lunghezza di un vino è data solo da una scia amara non hai certo voglia di un secondo sorso.

2. l’amaro delle uve aromatiche malamente vinificate secche. Se i moscati e le malvasie sono sempre state vinificare con residuo, ci sarà un motivo! Uno dei motivi principali è che il residuo zuccherino di queste uve compensa la componente amarognola che altrimenti tendere a prendere il sopravvento. Però il mercato ultimamente chiede vini secchi ed ecco abbondare l’offerta di vini secchi ottenuti da uve aromatiche. Avrai sentito parlare di recente addirittura dell’Asti spumante secco. Queste amare 🙂 riflessioni le facevo mentre sorseggiavo – a fatica lo ammetto – l’Alto Adige Goldmuskateller Graf 2015 – Meran. Accattivante e femminile nei profumi di frutto della passione, rosa, lime, sambuco…ma stravolto dall’amaro. Non sono riuscito a finire il bicchiere. Sul sito della cooperativa Meran leggo che il vino è ottenuto da macerazione a freddo (sigh) per 15 ore. Poi fermentazione alcolica a temperatura controllata in piccoli serbatoi vinari di inox. Segue maturazione sui lieviti.

Ci sono le eccezioni però. Non molte ma ci sono.
Qual è l’ultimo vino aromatico secco che hai apprezzato?

Diego Mutarelli
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