Oggi avevo voglia di un vino spensierato ma non banale, agile ma anche articolato nella dinamica. In cantina lo sguardo è caduto sul Rossese di Dolcecqua 2012 di Terre Bianche. Questo per l’esattezza 🙂 :
Il vino lo ricordavo più semplice al naso invece qualche anno in cantina gli ha fatto bene! Sentori di geranio, ribes, macchia mediterranea rendono il vino fin da subito accattivante, ma poi arriva anche una mineralità scura, un cenno di dattero, spezie in formazione…in bocca è fin dall’ingresso furiosamente sapido, il frutto bilancia bene e accompagna il sorso sostenuto da ottimo nerbo acido. Chiude sapido e piacevolmente amaricante con un alcol che pizzica appena. Grande riuscita per questo vino “base” che, a differenza del cru Bricco Arcagna, fa solo acciaio.
89/100
Complimenti a quel Filippo Rondelli che è senz’altro uno dei fari dell’antica, ma solo di recente “riscoperta” e rilanciata, denominazione.
Dolceacqua
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