Vatan, Conterno, Gravner e Château Latour: i Fantastici 4 in “pausa pranzo”

Le bevute importanti spesso sono preparate nei minimi dettagli, organizzate con settimane di anticipo per decidere la data, recuperare le bottiglie, definire  le modalità… In altri rari casi invece va tutto liscio ed in poco tempo, senza gran preavviso o aspettative particolari, si ha la fortuna di partecipare ad una bevuta memorabile effettuata per di più in una “pausa pranzo” infrasettimanale.

Di seguito, ti racconto i vini bevuti in una di queste giornate particolari!

i Fantastici 4: Vatan, Conterno, Gravner, Château Latour
i Fantastici 4: Vatan, Conterno, Gravner, Château Latour

Sancerre “Clos La Néore” 2004 – Vatan

Un vino fin dal colore giovanissimo, alla cieca avrei pensato ad un vino intorno al 2010 – 2014. Profumatissimo con eleganza: gelsomino, roccia, agrumi, un sottofondo appena accennato di miele, un spolverata di pepe bianco. La bocca è molto delicata, qualcuno potrebbe persino considerarla troppo esile, ma che classe…acidità ben presente ma integratissima, sorso suadente e delicato, chiusura sapida e calibratissima. Efebico.

Barolo 1964 – Giacomo Conterno

Ci troviamo di fronte ad un vino che ha svolto invece parte della sua lunga curva evolutiva. Il colore, ancora compatto, promette bene. Al naso carne affumicata, catrame, fiori appassiti, corteccia, arancia candita, funghi secchi. All’evoluzione percepita al naso fa da contrappunto una bocca salda, polposa, con tannino ben presente in filigrana al corpo del vino. Ancora viva la progressione del sorso che chiude decisamente sapido. E’ cominciata la fase discendente ma lotta e vive insieme a noi. Indomito.

Venezia Giulia Rosso 2001 – Gravner

Rosso rubino acceso molto vivo. Olfatto di frutta rossa matura, un tocco animale di cuoio, a rinfrescare arriva il bergamotto. Il tutto avvolto da una rifinitura vegetale molto sottile e mai prevaricante. E’ però in bocca che il liquido odoroso dà il meglio di sé: soave, fine, succoso, il tannino è di grana finissima, ben fuso ed amalgamato nel corpo del vino che si muove sinuoso ma “leggero”, senza strappi, con una splendida acidità a dare verticalità. La chiusura è lunga e piacevolmente “dolce”. Seducente.

Château Latour 2001, Pauillac

Parte con una bella nota olfattiva di frutta nera matura (mora), poi camino spento, carne alla brace, note agrumate e… spezie (chiodo di garofano, cardamomo) che però non tiranneggiano ma anzi chiudono il cerchio di un naso compiuto. Il primo sorso mostra una massa piuttosto compatta e sul frutto – il vino durerà in eterno – ma l’articolazione c’è già e la stoffa pure: il tannino è perfettamente fuso, ampiezza e profondità descrivono una dinamica ellittica ed il vino risulta armonico. Chi l’ha detto che i grandi Bordeaux non sono mai pronti e sono difficili da bere “giovani”? Questo si beve con gran facilità e soddisfazione. Esemplare.

 

i due tappi dei 2001
i due tappi dei 2001

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