Non è la prima volta che ti parlo del Barbacarlo, il vino di Lino Maga ottenuto a Broni, Oltrepò Pavese, da uve Croatina, Uva Rara e Ughetta (Vespolina) nonché, pare, un po’ di Barbera. Un approfondimento sulla vigna e sulla sua storia la trovi in questo esaustivo articolo di Armando Castagno.

1994
Naso molto sfaccettato di ribes e fragoline, foglie secche e sottobosco, arancia e viola. Bocca leggera, agile, di grande dinamica nella sua progressione acida che dà al sorso grande profondità. Chiude sapido in souplesse ma piuttosto lungo.
Il più affascinante delle annate degustate in questa verticale.
1996
Ahimè, tappo.
2002
Scorza di agrumi, olive nere, rosa canina, corteccia. Sorso ampio con tannino molto fitto senza alcuna astringenza però. Chiude su ritorni di liquirizia.
2005
Vino più scuro dei precedenti: tocco animale, poi prugna, catrame, sottobosco. Bocca energica e fitta, alcol che in chiusura fa sentire il suo calore ma viene ben rintuzzato da un tannino ancora croccante.
Paradigmatico.
2009
Il vino meno felice di quelli assaggiati, con un naso molto sulla frutta cotta e velato da qualche imperfezione. La bocca risulta alcolica e amara in chiusura. Vino (forse bottiglia?) incompiuto.
2010
Olfatto molto intrigante: pepe nero, balsamico, cardamomo, cannella, poi frutta dolce (susina, fico), tocco floreale…Al sorso vi è una leggera carbonica che comunque svanisce nel calice dopo pochi minuti. Bocca secca, equilibratissima, salda e lunga.
Promettente.
2011
Al naso note ematiche e ferrose accompagnate da frutta scura matura. Vino in cui lo zucchero residuo non è completamente svolto ed infatti in ingresso la morbidezza prevale. Il vino risulta comunque piacevole grazie al sostegno di una buona acidità.
Preferisco le versioni “amare”, per usare il lessico con cui Lino Maga identifica le annate “secche”.
2015
Vino piuttosto dolce fin dal naso (confettura di amarena). Il sorso è segnato da un residuo zuccherino ben percepibile.
Poco equilibrato.