Provenza e Camargue: tra fiere e vigne (parte 1)

Questo è il racconto di 4 giorni spesi tra Provenza e Camargue in un crescendo di esperienze sensoriali che hanno per filo conduttore la passione del vino.

Parto da Milano alle prime ore del mattino, mi lascio alle spalle un meteo un po’ instabile e già al confine con la Liguria si apre un bellissimo sole lungo tutta la strada panoramica. La natura qui è una bellissima varietà tra piante mediterranee e sempreverdi di altitudini maggiori. La roccia bianca mi accompagna fino al cuore della Provenza dove mi aspetta la prima tappa: Mandelieu per la fiera Vignerons Indépendants.

Salon des Vins des Vignerons Indépendants

Questa fiera è una rappresentanza di vignaioli francesi che hanno fatto propria la filosofia di vini biologici, biodinamici e naturali. Se dovessi riassumente in poche parole l’essenza della fiera, sceglierei queste parole: eleganza della natura.

Queste le etichette che più mi hanno colpita:

– il primo assaggio porta subito le aspettative a livelli d’eccellenza: Brut Nature Benoit Cocteaux uno champagne poco ruffiano e di acidità brillante prodotto con la riserva di 4 millesimi.

– Sancerre Les Bouffants, Christophe Moreaux. Conoscevo già la cantina ed altre etichette, ma questo assaggio mi ha stupito per la bellezza del bouquet di frutti e fiori chiari e per l’impatto fresco-sapido dell’assaggio.

– Cotes Catalanes IGP, Grenache Gris “Empreinte du Temps”, Domaine Ferrer Ribiere. Per me, la vera rivelazione di questa fiera. Una Grenache vinificata in stile Rancio, un naso dai sentori ossidati di grande appealing. Sorprende l’assaggio: non riporta le note ruffiane del naso ma dona grande senso di equilibrio e pulizia.

– Cotes du Roussillon Rouge, Tanawa 2017, Rousdellaro. L’affinamento in legno è presente ma ben integrato, dona una bella sensualità al naso. Divertente ed insolito.

– Crémant de Loire, 1500 blanc de blanc, Chateau de Plaisance. Una bollicina cremosa dalla bella persistenza.

– Concludo con Medoc 2015, Chateau de l’Aubier un Bordeaux che risulta meno impegnativo rispetto all’idea standard della denominazione ma di grande piacevolezza con le tipiche note fruttate e vegetali. Quasi un “entry level” di Bordeaux.

L’esercizio sui profumi, per chi ha la passione del vino, è fondamentale: la seconda tappa è quindi a Grasse, capitale mondiale del profumo. Qui vengono create le fragranze più ricercate al mondo, secondo una tradizione secolare. Grasse è una cittadina di salite, discese, scale e stradine strette tra casette colorate. Al laboratorio di Molinard mi perdo in decine di profumi naturali: fiori, spezie, pietre.

Due ore di esercizio per creare dei cassettini della memoria olfattiva: un bottino per le prossime degustazioni alla cieca.

Chiara EM Barlassina
Facebook: @chiara.e.barlassina
Instagram: @cembarlassina

(continua…)

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