Seconda puntata di un resoconto di viaggio tra Provenza e Camargue. La prima puntata la trovi qui —> parte 1
Mi rimetto in macchina alla volta di Arles, sul confine con la Camargue. Le alture bianche di Provenza, ultima coda delle Alpi, degradano e si fanno sempre più rossastre. Anche la vegetazione si fa più bassa con la prevalenza di grandi arbusti. L’obiettivo è la fiera La Remise ad Arles. Non è solo una fiera di vini naturali, è un’immersione nel mondo di produttori che hanno abbracciato una filosofia di vita, la produzione di questi vini è solo la naturale conseguenza.
La Remise, Arles
Dread che scendono lungo la schiena, abiti scoloriti al sole, facce arse dal lavoro in vigna e piedi scalzi: questo è l’identikit dei vignerons partecipanti. Gli assaggi sono impegnativi: mi imbatto in vini un po’ scomposti, ancora troppo giovani o con acetiche importanti. Ma quando arriva il calice giusto è una gioia. Assaggi così estremi ti obbligano a rimettere in ordine i tuoi parametri di degustazione, come se uscendo dal solito sentiero si scoprissero panorami mai immaginati. Queste alcune etichette e cantine che mi hanno più colpita e che mi piacerebbe riassaggiare in futuro.
– Le Temps des Reveurs, Provenza.
– Hydrophobia, Le debit d’Ivresse. Pirenei orientali, Occitania.
– Organe I Co, Domaine Carterole. Banyuls, Roussillon.
– Baran, L’Ostal, Sud Ovest
– Parole de Terre, Luberon 2017, Valle del Rodano.
– La Boulette de Schistes 2017, Ollivier Gauthier, Languedoc-Roussillon
Domaine Carterole. Banyuls
Ollivier Gauthier, Languedoc-Roussillon
Una vera e propria festa di condivisione, lontana da smartphone e social. La sera si cena con i produttori, le bottiglie avanzate dalla giornata ruotano di tavolo in tavolo grazie a divertenti negoziazioni e qualche regalo inaspettato. Gli assaggi sono tanti, forse troppi ma questa è una vera festa del vino.
L’ultimo giorno è dedicato al territorio della Camargue, il richiamo delle vigne è forte. Siamo in un piccolo areale della Vallée du Rhone, Costieres de Nimes. Sulla costa il paesaggio è quello di una pianura a perdita d’occhio fatta di acquitrini salmastri e paludi. È la casa degli iconici fenicotteri rosa e di cavalli bianchi che corrono allo stato brado. In queste sabbie strappate all’acqua affondano le radici le vigne dei vin de sable, veri estratti di mare. Risalendo nell’entroterra si incontra qualche dolce pendio, i terreni sabbiosi lasciano spazio a sedimenti rocciosi: sono i famosi “Galets Roules”, rocce sedimentarie di color ocra che raccolgono il calore del giorno e lo rilasciano di notte.
L’aria è leggera e marina, qui infatti arrivano i venti dalla costa che ammantano i vigneti e rendono i vini unici nel loro carattere.
Alla cantina Mas Mellet ci accolgono Emilie e Brice. Scarso il mio francese, poco il loro inglese ma il linguaggio del vino è universale e tanto basta a farsi trascinare nei loro racconti. 27 ettari, alcuni di vigne antiche con vitigni autoctoni della regione: Grenache Blanc, Roussanne, Vermentino, Viogner per i bianchi e Grenache, Syrah, Carignan e Mourvedre per i rossi.
Degusto le loro etichette: vini con grande spinta sapida, sia nei bianchi che nei rossi. Al naso i sentori sono quelli tipicamente speziati dei vigneti autoctoni della zona e quelli minerali della roccia. All’assaggio la sapidità è totalizzante, non diventa amaricante ma una vera e propria sensazione di saporito.
Le freschezze non prevalgono sulla sapidità ma bilanciano bene l’assaggio. Le persistenze sono lunghe ed evolute, anche nei vini più giovani.
Concludo con un veloce tour della cittadina di Arles: casette di pietra bianca ed imposte dalle tinte pastello. Qui ancora sono arrivate poche catene commerciali e le vetrine dei negozi hanno ancora il sapore dell’artigianalità tra profumerie, boulangerie e laboratori di ceramica. Nel cuore della cittadina una grande arena di epoca romana che sembra sproporzionata rispetto alla struttura minuta di ciò che la circonda.

Un ultimo caffè dal sapore della storia, in piazza Forum, nel locale dove Van Gogh realizzo il dipinto “Terrazza del caffè la sera” a malincuore sono pronta per tornare a casa.
Ringrazio i miei compagni di viaggio: persone di straordinaria e sincera passione.
Chiara EM Barlassina
Facebook: @chiara.e.barlassina
Instagram: @cembarlassina
Un pensiero su “Provenza e Camargue: tra fiere e vigne (parte 2)”