Non tutti sanno che, a volte, alcuni produttori di Champagne – soprattutto i più piccoli e dinamici – confezionano per distributori, rivenditori o importatori fedeli, delle cuvées personalizzate nel dosaggio o nell’affinamento. É il caso del vino di cui ti parlo oggi, prodotto da Tristan Hyest espressamente per la bella enoteca Tregalli di Senigallia.
Spendo volentieri due righe sull’enoteca Tregalli: se passate a Senigallia andate assolutamente a conoscere di persona Andrea Ruggeri e la moglie, appassionatissimi di bollicine francesi e importatori di champagne dal prezzo davvero centrato. Sempre in zona non mancate neppure una sosta gourmet dal Clandestino di Moreno Cedroni, location da lacrime ed ottimo menù.


Torniamo allo champagne che abbiamo nel bicchiere. Si tratta di un assemblaggio di meunier (60%), chardonnay (30%) e pinot noir (10%), con un 40% di riserva Solera. Sboccatura 03/22, quindi assai giovane, produttore oggi in grande ascesa e molto chiacchierato, onestamente altre cuvées assaggiate recentemente non mi avevano così convinto, questa è invece davvero interessante: naso gessoso ma soprattutto “terroso” da meunier, con note di lievissima ossidazione, bocca molto tirata di bella materia e profondità (grazie alla Solera), torna la sensazione terrosa, il sorso è sgrassante, ha ancora diversi anni davanti per esprimersi al meglio.
Da abbinare a dei tagliolini ai porcini o perché no, spaziamo nel far east, ad un’anatra pechinese fatta come si deve (fortunatamente questo splendido piatto ormai si trova anche in Italia).
Gregorio Mulazzani
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