Bevibilità: parametro fondamentale o espressione abusata?

drinking-375353_960_720Se ne parla spesso, probabilmente troppo, quasi sempre a sproposito. Sto parlando del concetto di bevibilità. Ma cosa si intende con questa espressione sempre più à la page tra gli appassionati di vino?

Il problema comincia proprio dalla definizione di bevibilità. A volte la bevibilità viene contrapposta al concetto di complessità del vino. La connotazione è quindi piuttosto negativa, ci sono i vini seri, complessi, degni di essere degustati ed i vini da scampagnata, disimpegnati e sempliciotti che berresti a garganella…

Oggi ci riflettevo mentre sorseggiavo, in occasione di un festeggiamento in famiglia, due vini piuttosto diversi tra loro ma che come punto in comune avevano proprio il concetto di bevibilità. Bevibilità a cui però io fornisco un’accezione del tutto positiva: i vini bevibili sono quelli che non ti stancano, che bevi a pasto più volentieri dell’acqua, che ti lasciano la bocca saporita, salata e pronta ad accogliere un nuovo sorso. Sono l’opposto dei vini solo muscolari, solo strutturati e concentrati, marmellatosi di cui a fatica finisci un bicchiere e che spesso risultano del tutto inabbinabili al cibo.

Ti chiederai quali vini hanno scatenato in me queste profonde riflessioni!  🙂

Eccoli:

Champagne Brut Grande Reserve s.a. – André Clouet

Ci troviamo a Bouzy nella parte meridionale della Montagna di Reims, 9 ettari di vigneto tutti classificati Grand Cru, 100% di pinot noir. Si tratta di un blanc des noirs didattico: frutta rossa non troppo matura, un tocco di agrume e mineralità ben presente, il sorso è saporito, dissetante e ficcante con una chiusura salata che invoglia immediatamente ad un nuovo assaggio. Stiamo parlando di un vino “base” a casa Clouet ma che di basico non ha nulla. Chapeau!

Rosso di Valtellina Olé 2014 – Dirupi

100% nebbiolo per un vino dichiaratamente “primario”, i cui profumi floreali e fruttati vividi e freschi riportano al profumo del mosto e del vino nella sua infanzia. Il vino fa solo acciaio ed è pensato per un consumo quotidiano, non si tratta però di un vino banale, anzi la freschezza, la leggiadria ed il corpo piuttosto esile coesistono con una personalità ed un’eleganza senza pari. Olé!

Diego Mutarelli
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