Poggio Pini: complessità e sapore a Dolceacqua!

Ti ho parlato spesso di Dolceacqua e del suo rossese (qui e qui, ad esempio). Ho la fortuna di bazzicare da tempo la denominazione e di conservare qualche bottiglia non proprio recente. Il rossese infatti gradisce senz’altro qualche anno di affinamento sviluppando sentori terziari che aggiungono complessità ad un quadro aromatico già piuttosto interessante nei vini d’annata.

Oggi ti parlo di un rossese di Tenuta Anfosso, azienda di Soldano che è senza dubbio tra i fari della denominazione. La guidano Alessandro Anfosso e la moglie Marisa Perrotti che vinificano circa 5 ettari, tra i quali i cru Poggio Pini, Luvaira e Foulavin.

Rossese di Dolceacqua Poggio Pini 2010 - Tenuta Anfosso
Rossese di Dolceacqua Poggio Pini 2010 – Tenuta Anfosso

Rossese di Dolceacqua Superiore Poggio Pini 2010 – Tenuta Anfosso

Poggio Pini è un vigneto molto bello, con pendenze pazzesche e piante centenarie. Le rese molto basse caratterizzano il vino che, nel millesimo in questione, ha beneficiato di un andamento climatico ottimale.

Al naso confettura di frutti di bosco (more), fiori rossi (geranio, peonia, rosa), mazzetto odoroso (rosmarino e timo su tutti), dattero, tabacco, spezie (chiodo di garofano e pepe). L’ingresso in bocca è di gran volume, ricco di tenore alcolico ben bilanciato però da una dinamica gustativa che approfondisce il sorso. In particolare, sono da segnalare una mineralità salina che solca il cavo orale e un tannino, mai preponderante nel rossese, che fornisce sapore e grip. Il vino ha ottima persistenza e chiude su ritorni di frutta dolce e spezie.

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