Il Lambrusco di Sorbara che non cede allo Champagne

Oggi ti racconto di un evento che, nonostante fosse tutto dedicato alle nobili bolle francesi dello Champagne, mi ha colpito particolarmente per le
bolle – forse meno blasonate ma di certo non meno interessanti – del Lambrusco di Sorbara Metodo Classico.
Hai capito bene, in un evento tutto dedicato alla Champagne come il Modena Champagne Experience, sono rimasto stregato dal lambrusco! 🙂

Ho infatti partecipato ad una interessante masterclass dedicata al Lambrusco di Sorbara vinificato con il méthode champenoise.
La degustazione era guidata dal giornalista Giorgio Melandri, dall’enologo e produttore Sandro Cavicchioli e dalla sommelier e ristoratrice Carol Agostini.

Le etichette in degustazione
Le etichette in degustazione

Come sempre non mi perdo troppo in premesse se non per ricordare che nella famiglia dei lambruschi, il Sorbara ha particolari caratteristiche di eleganza e finezza oltre al classico corredo aromatico e alla verve acida che porta in dote il lambrusco più in generale.

Il terroir d’elezione del Sorbara è quel lembo di terra che si trova tra i fiumi Secchia e Panaro, in particolare la zona più vocata è quella, attorno a Sorbara appunto, dove i due fiumi si avvicinano sin quasi a sfiorarsi. Proprio da lì vengono le migliori versioni del Sorbara con quel caratteristico colore rosa tenue, evanescente, ma vivacissimo e luminoso.

Se piuttosto antiche sono le rifermentazioni “ancestrali” senza sboccatura – l’anidride carbonica che si creava in rifermentazione veniva sfruttata come conservante naturale -molto più recente è il tentativo, che la masterclass voleva sottolineare, di vinificare il Sorbara secondo i dettami del metodo champenoise.

Di seguito i vini degustati e, in foto, le sfumature di colore che il nostro Lambrusco di Sorbara può regalarci.

i colori del Sorbara
i colori del Sorbara

Lambrusco di Sorbara Spumante Pas Dosé 2013 – Gavioli

Un metodo classico vinificato in bianco che affina 36 mesi sui lieviti.
Il naso è di fiori dolci ed agrumi, il tutto abbracciato da una chiara mineralità.
Bollicina molto fitta e fine, bocca di grande eleganza e ottima freschezza che giova alla beva.
La chiusura è sapida con un retrolfatto di agrumi.
Peccato per il leggero amaricante in chiusura, che lascia una sensazione di “crudezza”, ma il vino è convincente.

Bella sorpresa.

Lambrusco di Sorbara “Elettra” Spumante Brut Rosé – Villa di Corlo

Spumante vinificato in rosato e non millesimato, di recente sboccatura (che avviene dopo oltre due anni di affinamento).
Al naso le fragoline di bosco sono molto invitanti ma il vino evolve bene con l’ossigeno. Un tocco di ossidazione accompagna lo svolgersi olfattivo tra note speziate (noce moscata), fiori appassiti e karkadè.
La bocca è sorprendentemente articolata e gustosa grazie ad un continuo rincorrersi di sale e acidità.

Intrigante

Rosé Brut Metodo Classico 2014 – Quintopasso

Azienda spin off della famiglia Chiarli (la quinta generazione, appunto) tutta dedicata ai Metodo Classico.
Il colore del vino è rosa tenue (buccia di cipolla), naso che parte polveroso ma si pulisce rapidamente lasciando uscire soprattutto della frutta rossa ben matura (lamponi).
Se l’olfatto è essenziale ma accattivante la bocca non è per nulla accondiscendente: dritta ed energica, verticale e vibrante, senza alcuna concessione alle dolcezze.
Anche in questo caso un leggero amaricante chiude un po’ bruscamente l’allungo in bocca.

Di personalità

Lambrusco di Sorbara Spumante “Ring Adora” 2015 – Podere il Saliceto

Di questo metodo classico da uve Sorbara ti ho già parlato qualche tempo fa, anche se era il millesimo 2014.
Che dire di più: vino sempre molto intrigante con un naso decisamente minerale (calcare), ad arricchire il quadro però anche i fruttini rossi, le roselline, spezie in formazione.
Il perlage è nobile: sottile e persistente, fitto e fine, vivace ed esuberante.
Bocca verticale, con sale e acidità da vendere, ma chiusura pulita senza sbavature.

Raffinato

Rosé del Cristo 2014 – Cavicchioli

Mineralità molto netta per un naso piuttosto austero.
Il sorso in ingresso è di grande freschezza acida subito però compensata da una certa morbidezza.
Chiusura tersa e salata, di ottima lunghezza.

Essenziale ma necessario

Si dice che l’energia, la dinamica, l’esuberanza del lambrusco abbiano già conquistato i futuristi.
Ora non resta che attendere che da vino futurista il lambrusco diventi vino del futuro!

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