Domenica scorsa, 24 marzo, durante la seconda edizione di Vinifera, evento dedicato ai vini artigianali dell’Arco Alpino, si è tenuto un interessante incontro – “Nuovi vignaioli, uno sguardo sul futuro del sistema vitivinicolo del Trentino Alto Adige” – dove si è parlato in particolare di giovani che hanno interrotto la tradizione familiare di conferitori di uve a grandi aziende o/e cantine sociali e hanno deciso di vinificare ed imbottigliare il frutto del proprio lavoro.
I concetti chiave sono stati: senso di appartenenza, legame col territorio e voglia di percorrere strade nuove dando valore alle proprie radici.

Ho avuto la fortuna di conoscere tre di queste realtà: una, sera stessa del convegno, nella caneva dei fratelli Cobelli: i ragazzi della cantina Klinger ci hanno fatto assaggiare in anteprima assoluta i loro tre vini freschi
freschi di… etichettatura: ottima la Nosiola da vecchie vigne.

Il giorno successivo ho conosciuto l’azienda dei fratelli Moser, cantina Resom (il loro cognome al contrario): tante ottime degustazioni in vasca e in botte e soprattutto belle le parole del più giovane dei fratelli, Luca: “sono nato in vigna ma sono cresciuto con il sogno di fare il vino che volevo io, dalle mie uve.”

L’ultima realtà, cantina Ress, è attiva da circa un anno con due espressioni di Trento DOC: un Rosè, dedicato alla loro mamma, e un Blanc de Blancs, che abbiamo assaggiato nella loro cantina, una grotta naturale dove affinano a lungo gli stessi spumanti.
Insomma, dalle parole ai fatti, da un giorno all’altro 🙂
Alessandra Gianelli
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