Di seguito il resoconto di un’interessante degustazione dedicata ai vini di Spagna organizzata da WineTip.

Val do Bibei “As Sortes” 2015 – Rafael Palacios
Si presenta già dalla vista e dalle movenze nel bicchiere come un peso massimo. Giallo dorato luminoso il colore. Al primo naso il vino risulta subito intenso di fiori gialli e pesca noce. Ma ha molto più da dire, si susseguono le alghe, l’anice, l’elastico e poi, a chiudere il quadro olfattivo, una nota marina di erbe aromatiche e salsedine. Ad un naso così intenso corrisponde, coerentemente, una bocca larga e ricca. Il liquido entra ampio, si muove con lentezza nel cavo orale saturandolo senza fretta, l’acidità è presente in filigrana ed è fondamentale nell’accompagnare le componenti morbide del vino. L’alcol (14%) è ben gestito e ritorna solo in chiusura accompagnato da uno splendido retrolfatto marino e floreale. Lungo.
Vino potente, massiccio ma non privo di eleganza. Molto interessante.
Rioja “Xérico” 2016 – Tentenublo
Colore ancora dai riflessi porpora. Naso mutevole e vivace, cambia molto nel corso della serata, ma si articola sostanzialmente tra le note di viola, prugna e pepe. Il sorso è fresco e agile, energico e vibrante. In ingresso si presenta con un’intrigante dolcezza di frutto, si dipana in progressione grazie ad un tannino croccante e saporito (ricordo della parziale vinificazione con raspi) che dà sapore e spessore. Chiude piacevolmente amarognolo.
Vino interessantissimo, lontano anni luce da certe Rioja stereotipate che spesso si assaggiano.
Rioja Reserva 2014 – Marqués de Vargas
Colore rubino compatto. Naso piuttosto marcato dal legno: caffè, cannella, prugna, cioccolato, noce, uva passa…Le spezie dolci e le dolcezze del legno non abbandonano mai il bicchiere anche se il vino è piuttosto mobile. La bocca è morbida, con una chiusura dolceamara che non me lo fa apprezzare del tutto.
Vino che deve liberarsi dal legno in eccesso.
Ribera del Duero Reserva 2013 – Dominio del Aguila
Colore rubino impenetrabile. Un olfatto che non ti aspetti: fieno, more di rovo, corteccia, spezie dolci, una nota lattica in sottofondo e infine il balsamico. La bocca è quasi ruvida, la progressione è condotta da un tannino da raspi (la vinificazione viene fatta a grappoli interi) che deve ancora smussarsi. In chiusura trovo ancora il tannino un po’ asciugante e che tende ad accorciare lo sviluppo e la persistenza del vino.
Vino coraggioso e di carattere, sconsigliato agli amanti del tannino vellutato.
Ribera del Duero “Unico” 1998 – Vega Sicilia
Le aspettative su Unico sono, giustamente, sempre altissime. Si tratta del più importante vino rosso spagnolo ottenuto da una proporzione di tempranillo e cabernet sauvignon che sembra seguire il principio di Pareto (80% – 20%). È un vino che migliora ed affina nel tempo, non teme – direi che anzi esige – un lunghissimo affinamento in vetro per essere apprezzato al meglio. Non fa eccezione questo 1998 che parte piuttosto chiuso, facendo emergere inizialmente al naso solo qualche sentore di spezie dolci. Con il passare dei minuti l’olfatto si sbroglia sciorinando corteccia, mirtilli, cassis, fiori rossi macerati, liquirizia con un balsamico molto netto che emerge a bicchiere fermo. Il sorso è di grande ampiezza ed eleganza, l’incedere è energico e risolto allo stesso tempo, con una chiusura ancora leggermente boisé.
Molto buono ma leggermente sotto le aspettative a causa di un legno ancora un po’ troppo presente.
Montilla-Moriles “Don PX” 1965 – Toro Albalà
Color mogano e naso suadente di frutta secca (noci in particolare), uva passa, fieno, spezie orientali e tabacco dolce. Il primo impatto in bocca è dettato dalla dolcezza e dal calore dell’alcol, entrambe le sensazioni vengono però immediatamente stemperate dalla concentrazione materica del vino il cui sviluppo è lento e austero. Il retrolfatto di frutta secca e mare contribuiscono a fornire equilibrio. Il finale, lunghissimo, è caratterizzato da un’inaspettata sapidità.
Vino da meditazione è un’espressione di cui spesso si abusa. Non in questo caso.