Per esorcizzare i calci di rigore della fase finale degli Europei di Calcio non c’è nulla di meglio di occupare gusto e olfatto con il nostro amato “liquido odoroso” (cit.). Sempre con un occhio alla televisione, naturalmente.
E così tra un gol e una parata ecco cosa abbiamo bevuto:


Franciacorta Satèn Riserva Brut 2014 – Corte Fusia
L’Italia scende in campo fuoricasa, di fronte alle bollicine più nobili di Francia, ma senza alcun complesso di inferiorità. Il calice è giallo dorato con riflessi verde oro, il perlage è sottile e continuo. Naso molto giocato sull’eleganza, palleggio semplice, senza strappi o colpi da fuoriclasse, ma molto efficace: fiori, zucchero a velo, agrumi, qualche nota di panificazione. La bollicina accarezza il palato con delicatezza e costanza, il sorso è gustoso, morbido con acidità ben integrata che accompagna il vino verso un finale sapido e lungo.
Champagne blanc de blancs “Grand Bouquet” 2014 – Vazart Coquart
Giallo paglierino con riflessi oro. Olfatto minerale (calcare, gesso), fiori bianchi, mela verde … nessun cedimento alla pasticceria e dolcezze assortite insomma. La bocca è, corrispondentemente, molto fresca, verticale e mobile, il sorso lascia una scia delicatamente vegetale ma la chiusura è ficcante e sapida.

Arbois Trousseau “Le Clousot” 2018 – Michel Gahier
Vino di cui abbiamo già parlato e che in questa occasione si è espresso su binari diversi, anche se non divergenti, rispetto alla bottiglia precedente. Parte molto sulfureo, ferroso, animale, poi sangue e grafite, infine il quadro si rasserena dapprima su note di mirtillo per poi tendere verso l’arancia. Insomma, naso ammaliante per gli amanti del genere. Se servito fresco di cantina, come nel nostro caso, ha una beva compulsiva, facile, eppure non banale. L’acidità guida il sorso e concorre a distendere una materia fitta anche se non possente. Il tannino fa capolino in chiusura contribuendo ad allungare la persistenza del vino.
Diego Mutarelli
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