Nuovi pionieri a San Casciano in Val di Pesa: La Sala

Il comune di San Casciano in Val di Pesa è l’avamposto settentrionale dell’areale del Chianti Classico. Ha visto la sua fortuna con Antinori, attraverso brand come Tignanello e ancora di più Solaia. Sebbene la storia vitivinicola di questa terra abbia radici antiche, in passato i viticoltori erano soprattutto conferitori di uve. Al giorno d’oggi, invece, si respira un’aria nuova, fatta di ricerca e aspirazione verso la migliore espressione di sangiovese, desideroso di affermarsi per quella che è la sua identità e la sua impronta nel territorio. Finalmente le aziende di qualità hanno la possibilità di affermarsi e di diventare rappresentative per il loro comune e la denominazione.

In questo contesto di romanticismo agronomico sorge l’azienda vinicola La Sala, che oltre alla distesa di ulivi e bosco possiede una trentina di ettari vitati dislocati tra le località Montefiridolfi e Sorripa.

Francesco Rossi Ferrini ha acquisito la proprietà nel 2014 e da subito ha intrapreso un percorso all’insegna del biologico e della sostenibilità, contando sul supporto di collaboratori giovani e affezionati a questo luogo.

Visitando la cantina e percorrendo la terra lungo i filari a Montefiridolfi, si percepisce la continua ricerca verso la perfezione. “Perfezione” non certo intesa come aggiustamenti e miglioramenti artificiali in cantina, ma come indagine sopraffina in campagna e in cantina, dialogo con la natura, aspirazione verso un’armonia e un equilibrio eccezionali.

All’assaggio diversi elementi fondamentali sono degni di nota. Il primo riguarda il Chianti Classico e la Riserva, poiché se oggi le mode vanno verso la sottigliezza, i colori trasparenti e le strutture esili e “pinotteggianti”, al contrario questi vini sono concentrati, composti da luci ed ombre, sono fatti di materia e per questo non risultano per nulla banali ed anzi piacevolmente gastronomici.

Il Campo all’Albero è un blend di merlot e cabernet sauvignon. Al naso privilegia la purezza del frutto, sia rosso che viola, seguito da sentori minerali e speziati, come la bacca di vaniglia.

In bocca è fresco, concentrato, il tannino fa sentire di più la sua presenza rispetto agli altri vini, anche per la giovane età di questa 2019.

Infine, il Chianti Classico Gran Selezione il Torriano, un vino che imprime nel calice l’impronta esatta del terroir, in un bouquet raffinatissimo dove si esalta la viola e fiori carnosi come la peonia, il tutto avviluppato da note minerali e di sottobosco, con un frutto rosso in sottofondo che invoglia all’assaggio. La trama tannica è fitta ma funge da sostegno al sorso, non è soverchiante. Il finale lungo, rinfrescante e sapido.

Redazione

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