“Morgonner: avere le caratteristiche di Morgon. L’originalità di Morgon risiede nei suoi aromi di kirsch, frutta a nocciolo matura (ciliegia, prugna, anche albicocca…), acquavite di frutta e spezie che non si trovano in nessun altro cru del Beaujolais.”
dico-du-vin.com
Facciamo un passo indietro: noi di Vinocondiviso abbiamo un debole per il Beaujolais, tante volte ne abbiamo parlato e soprattutto degustato; sicuramente l’uscita, lo scorso anno, di un libro ad esso completamente dedicato, a firma di Armando Castagno, ha colmato la mancanza di una letteratura in merito in lingua italiana. Nel capitolo dedicato alla AOC Morgon Castagno parla di “morgonner” (pagina 125), facendo riferimento a “quei vini che ne ricalcano, pur essendo altro, il carattere (è un privilegio dei grandi vini: in Italia non conosciamo alternative a “baroleggiare”).”
Abbiamo quindi recuperato il Morgon 2018 di Terres Dorées (la 40esima vendemmia di J.P. Brun, il produttore) per iniziare a comprendere … i meriti del Morgon per farsi verbo. Gamay in purezza da vigne ad alberello di oltre 50 anni di età, a pieno titolo quindi “vielles vignes”, viene vinificato secondo lo stile borgognone: nessuna macerazione carbonica, fermentazione tradizionale e affinamento in piecés.

Già versandolo, il vino esprime simpatia e voglia di convivialità. Al naso e poi in bocca ampie note vinose subito seguite da frutta scura, un pizzico di datteri e spezie, il sorso è vistoso, un po’ ruspante e sornione, che pensiamo siano i tratti caratteristici anche del vigneron, almeno guardando il suo volto sorridente nelle immagini che troviamo on line. Sicuramente lontano per caratteristiche dai più famosi Morgon di Lapierre e Foillard, soprattutto in termini di finezza e profondità gustativa, questo Morgon non smentisce, di contro, l’ottima fama di Brun, che con i suoi 40 ettari circa sparsi nel Beaujolais riesce sempre a tradurre, nel calice, le espressioni dei diversi cru in cui possiede le vigne.

Chiosa finale: abbiamo voluto abbinare, questo vino ad un quadro di Piet Mondrian, “Mulino di sera” … chissà se morgoneggia anche lui.
Alessandra Gianelli
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