Secondo la legislazione vigente in Borgogna dagli anni trenta dello scorso secolo, questo vino sarebbe alla base della piramide gerarchica che suddivide il territorio in tre livelli; saranno i suoli delle vecchie vigne a Volnay, sarà l’annata, sarà la mano esperta di Jean Pierre Charlot, insieme a Etienne Chaix, ma questo vino si stacca nettamente dalla base la cui appellation in etichetta lo vorrebbe relegare, alzando lo sguardo verso denominazioni di superiore talento, come alcune parcelle ‘Villages’ della stessa Volnay, e persino blasonati cru della Côte de Nuits più delicata.

È proprio la delicatezza il filo conduttore di questo vino: al naso la fanno da padrone piccoli frutti rossi e spezie chiare, in bocca però il sorso si fa più ampio e fa capolino il tannino a ricordarci che stiamo sempre degustando un vino rosso (accanto ad un pollo ruspante ottimamente arrostito).
Alessandra Gianelli
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