“Vola come una farfalla, pungi come un’ape”, questa frase dell’immortale Muhammad Ali mi è tornata in mente bevendo questo stupefacente Taurasi di Michele Perillo.

Ci troviamo a Castelfranci, cuore nobile del vino irpino e dell’aglianico in particolar modo. Michele Perillo è un produttore artigiano che segue con cura i suoi 5 ettari di vigna di aglianico e coda di volpe. L’aglianico proviene da vigne decisamente vecchie e dell’antico clone “coda di cavallo”. Il produttore, inoltre, asseconda con coraggio le richieste del vitigno: tempo e pazienza. Dunque vendemmie a piena maturazione, anche a novembre inoltrato, e lunghissimi affinamenti fino alla messa in commercio (8-10 anni, mediamente).
Il vino che abbiamo nel calice ha un bel colore rubino profondo e compatto. L’olfatto parte autunnale di foglie secche e sottobosco, ma nel corso della permanenza nel bicchiere, evolve eccezionalmente: frutto rosso maturo (amarena), tè verde, fiori rossi appassiti e ancora, mallo di noce e una intrigante nota balsamica.
Sorso pieno, di buon volume, il calore alcolico è perfettamente integrato in una materia fruttata ricca e stratificata. Il vino, pur imponente, ha un’ottima progressione con acidità rinfrescante a sostenere la beva e tannino fitto e gustoso. Il suo incedere in bocca ricorda, appunto, l’inarrestabile potenza ed eleganza della boxe del grande Ali.
Chiude lunghissimo e nobile, su ritorni di frutta rossa e radici.
Plus: vino di grande impatto e personalità, che non nasconde i muscoli ma li esibisce con grazie e sorprendente agilità.
Diego Mutarelli
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