Inconfondibile 2022: ecco le 6 bollicine che ci hanno emozionato di più

Si è conclusa a Milano la terza edizione di Inconfondibile, il festival dedicato ai vini ancestrali e rifermentati in bottiglia.

Rapido ripasso su cosa differenzia le due tipologie, prendendo in prestito quanto riportato sul sito della manifestazione:

Nel metodo ancestrale, l’uva, vendemmiata matura verso la fine del mese di ottobre, inizia il processo di fermentazione che è però interrotto dall’avanzare del freddo invernale. Il mosto viene imbottigliato e il successivo arrivo della primavera risveglia i lieviti contenuti nella bottiglia che concludono la fermentazione nutrendosi degli zuccheri residui presenti.
La rifermentazione in bottiglia caratterizza invece vini che hanno già completato la fermentazione alcolica e in cui si favorisce una seconda fermentazione grazie all’aggiunta di zuccheri (principalmente mosto) e lieviti.

Il risultato è quello di avere nel bicchiere vini effervescenti, di frequente velati, con sentori caratterizzati dal lavoro dei lieviti che sono a contatto con il vino sul fondo della bottiglia (vini infatti detti anche “col fondo“).

Il livello dei vini assaggiati è stato soddisfacente, con alcune punte di eccellenza e qualche bella novità. Di seguito le cose che ci hanno colpito di più, ma gli assaggi convincenti sono stati molteplici.

Azienda Agricola Frozza

Ci troviamo a Colbertaldo di Vidor, in piena Valdobbiadene, e qui Giovanni Frozza conduce pochi ettari di vigna in posizioni invidiabili. I vini in assaggio erano tutti di grande interesse, ma ci ha colpito in particolare il rifermentato in bottiglia, una selezione di sole 1000 le bottiglie, chiamata Giovanin 2016. Un naso veramente intrigante che differisce nettamente da altre esempi di glera assaggiati alla manifestazione: rosmarino, salvia, lavanda, il tocco di frutta bianca (pera) in secondo piano, per un sorso cremoso, fresco, agrumato e lunghissimo. Anche l’assaggio del Giovanin 2017 ha confermato la grande mano del produttore e la longevità di questo vino fuori dall’ordinario.

Bele Casel

Ci spostiamo nella denominazione di Asolo con quest’azienda che è una garanzia e infatti su queste pagine ne abbiamo già parlato. Anche in questa rassegna Bele Casel va a segno con il ColFondo Agricolo, rifermentato in bottiglia da uva glera, perera e bianchetta trevigiana. In assaggio sia l’annata 2019 sia la 2020, con una leggera preferenza per quest’ultima annata in cui le note di frutta bianca iniziano a passare in secondo piano a favore di una raffinata mineralità e di un tocco quasi balsamico, il sorso è gustoso con un entusiasmante finale salino. Vino che crescerà ancora.

Terén

Una vera e propria rivelazione questa azienda praticamente sconosciuta. Anche su web ci sono pochissime informazioni, l’azienda è infatti alla prima vendemmia e si trova a Sacile (PN), territorio fuori dalle rotte enoiche più prestigiose. Eppure, questa giovane azienda convintamente biodinamica, presenta una gamma tutt’altro che banale. Il loro vino più centrato a nostro parere è l’Argine Bianco 2021, ottenuto da pinot grigio in prevalenza con un 25% di friulano (antico biotipo di tocai giallo). Il colore è quello che vedete dalla foto, quindi decisamente velato, ma l’olfatto è luminoso di pesca, fiori gialli, erbe aromatiche, con una progressione in bocca stratificata, nella sua scorrevole delicatezza. Il vino è estremamente beverino, elegante e sapido con una chiusura soave ma di notevole persistenza.

Francesco Bellei

Della cantina Francesco Bellei abbiamo apprezzato particolarmente il Lambrusco di Sorbara Ancestrale 2021 con le note varietali fruttate e floreali in primo piano, quindi fragola, lampone, violetta, ma anche un’interessante nota di rosmarino. Sorso fresco, per un vino quasi “croccante” nella sua immediatezza e succosità. Finale sapido e saporito, con una scia aromatica coerente con quanto sentito al naso. Vino che unisce scorrevolezza ed eleganza in mirabile equilibrio.

Sorelle Bronca

Torniamo dalle parti di Valdobbiadene con questo vino delle Sorelle Bronca. Si tratta del Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G “Sui lieviti” Brut Nature 2021, un rifermentato in bottiglia di glera (95%) con bianchetta trevigiana e perera a saldo. Vino ben fatto, di grande compostezza, con il frutto giallo in evidenza accompagnato da una piacevole scia floreale e vegetale ed una soffusa mineralità. Chiusura piacevolmente amaricante.

Terre Grosse

L’Azienda Agricola Terre Grosse si trova in provincia di Treviso, sulla sponda destra del Piave. Si dedica in particolare ai vitigni storici della zona ed è in regime biologico. Ci è piaciuto particolarmente il Raboso Ancestrale 2020, un vino rosato veramente accattivante: fruttini rossi (fragoline di bosco e lamponi), ma anche una nota agrumata di clementine, bollicina sottile e cremosa che accompagna uno sviluppo scorrevole ma profondo, chiusura tersa e salina. Fantastico vino da merenda!

Diego Mutarelli
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