Da parecchio non scrivo di Dolceacqua, territorio e vino che amo molto e di cui sul blog ho parlato in uno dei primi post. Ora è il turno di un vino di Maccario-Dringenberg, uno dei produttori che più ha contribuito al rilancio della denominazione. Ho scelto una bottiglia con qualche anno sulle spalle perché il Rossese sa, anzi deve (!), invecchiare almeno qualche anno in bottiglia.

Rossese Superiore di Dolceacqua Posaù 2010 – Maccario Dringenberg
Rubino chiaro con riflessi granato, olfatto marino e di macchia mediterranea, spezie e roselline rosse, fragoline e un tocco di frutta più matura (c’è da giurare che il dattero, frutto che accompagna l’evoluzione dei migliori rossese, apparirà tra qualche mese).
La bocca entra ampia, intensa e si muove morbida e piuttosto calda. Il titolo alcolometrico di 14% tende a scappare un po’ in chiusura di bocca che però, fortunatamente, è sapida piccante.
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