Oggi ti voglio raccontare della bella visita che ho avuto modo di effettuare presso l’azienda agricola Rizzi, situata a Treiso, nel cuore della zona del Barbaresco.

Rizzi è senz’altro una delle aziende più significative della zona sia per estensione (35 ha per circa 70.000 bottiglie) sia – soprattutto – per qualità e affidabilità. Inoltre, plus per l’enoturista, la vista che si gode dalla cima del cru Rizzi, in cui è appunto situata l’azienda, è impagabile.
L’accoglienza presso l’azienda è di grande calore e semplicità, unita a grazia e pragmatismo merito soprattutto di Jole Dellapiana, figlia di Ernesto Dellapiana, il titolare dell’azienda. Figura di riferimento dell’azienda anche Enrico Dellapiana, enologo e responsabile commerciale, presente in cantina anche lui al momento della mia visita.

Ecco cosa ho assaggiato:
Langhe Chardonnay 2015: ottenuto da un bel vigneto sito proprio a ridosso della cantina, naso esotico (ananas, banana) e di fine vegetale (basilico), agile e fresco, piacevole nella sua immediatezza. Solo acciaio.
Dolcetto d’Alba 2014: rosa e fragola al naso, tannino ancora croccante e dalla chiusura leggermente amara, darà il meglio di sé accompagnato al cibo. Solo acciaio.
Barbera d’Alba 2013: interessante la barbera dalle note di viola, fruttini rossi, un tocco di rossetto e una certa vinosità. Acidità sostenuta ma perfettamente fusa nella materia.
Langhe Nebbiolo 2014: 12 mesi di botte grande per questo nebbiolo dagli eleganti tocchi agrumati.

Barbaresco Rizzi 2012: forse il vino più buono della giornata, veramente convincente! Speziato ed elegantemente fruttato al naso, un tocco di liquirizia dona austerità, bocca veramente convincente. Tra qualche anno sarà perfetto.
Barbaresco Nervo 2013: altro bel Barbaresco. L’annata di grazia si sente tutta, abbisogna senz’altro di più tempo rispetto al vino precedente, la mineralità è netta, la dinamica gustativa, per quanto ancora compressa, mostra carattere nervoso e sapore. Ripassare tra un lustro almeno.
Barbaresco Pajoré 2013: in questa fase meno definito e più maschio rispetto al Nervo, di grande potenza, ha bisogno di tempo questo Pajoré ma diventerà un Barbaresco di grande intensità.
Frimaio Vendemmia Tardiva 2009: da uve moscato lasciate appassire su pianta e raccolte nella seconda metà di novembre. Molto buono questo vino da dessert impreziosito dalle note agrumate conferite dalla botrite che si accompagnano perfettamente a note dolci di frutta esotica, canditi e rosa. L’acidità accompagna il sorso ed evita ogni stucchevolezza, la chiusura è anzi piacevolmente sapida. Gran bel vino.