Il Montepulciano è un vitigno di antica fama che confluisce in moltissime denominazioni dell’Italia centro meridionale. Il suo carattere rustico, animalesco, spesso ricco al limite del barocco non lo rende certo un vino attraente per i giovani winelovers, alla ricerca di vini dal profilo più longilineo e con verve acida particolarmente pronunciata.
Nonostante ciò il Montepulciano – soprattutto in Abruzzo, la sua terra d’elezione – ha molti estimatori, in particolare all’estero dove le bottiglie di Valentini, Pepe e Masciarelli hanno quotazioni di tutto rispetto.
E’ quindi con curiosità che ho deciso di partecipare ad una degustazione dedicata al Montepulciano d’Abruzzo organizzata da WineTip.
Ecco i vini in assaggio alla cieca:
Montepulciano d’Abruzzo “Vinosophia” 2016 – Chiusa Grande
Azienda agricola biologica sita in provincia di Pescara che può contare su un parco vigne di 50 ettari. Al naso il vino si presenta con un bel frutto rosso, seguito da note floreali di viola, creta ed un cenno balsamico. La bocca è sorprendentemente agile per la tipologia ma non certo magra. Alcol ben gestito, tannino soffice e retrolfatto di frutta fresca. Di media lunghezza. All’insegna della facilità di beva senza banalizzazioni.
Montepulciano d’Abruzzo 2014 – Emidio Pepe
Olfatto di grande personalità, senza paura di “graffiare”: animale, frutto nero, spezie (chiodo di garofano), cacao, fiori rossi e carnosi. Il sorso è di ottima freschezza e medio peso, il vino ha una sua dinamica e ottima piacevolezza di beva, grande sapore e sapida profondità. Chiusura piuttosto lunga con un’alcol che veicola ritorni fruttati. Sanguigno e di personalità.
Montepulciano d’Abruzzo Riserva 2012 – Di Sipio
Il vino si presenta meno immediato con le note varietali conciate dal connubio con il legno: confettura di amarena, vernice, cocco, caramella. Le sensazioni dolci percepite al naso si ritrovano coerenti anche in ingresso di bocca che purtroppo, a mio gusto, non ha una dinamica così interessante, arrivando rapidamente ad un finale di cioccolatino all’amarena. Vino che personalmente non mi ha del tutto convinto ma che ha riscosso un certo successo tra gli altri degustatori. Senza vie di mezzo.
Montepulciano d’Abruzzo 2012 – Valentini
Un vino che si staglia immediatamente rispetto ai suoi compagni: personalità ed eleganza, carattere ed armonia, sole e terra. Olfatto di mineralità scura, prugna, erbe aromatiche (timo), un tocco animale, cerino spento, tabacco, cacao, salamoia, spezie…
La bocca in ingresso presenta una leggerissima carbonica che sparisce dopo pochi minuti disvelando una progressione soave di grande equilibrio con un tannino fitto ma in filigrana alla materia del vino. Sapidissima e lunga la chiusura. Vino da invecchiamento ma ben godibile anche ora. Ammaliante.
Montepulciano d’Abruzzo San Martino Marina Cvetić 1999 – Masciarelli
Vino integro e ben saldo. Al naso parte balsamico, poi note di finocchietto selvatico, vaniglia, tabacco biondo, olive nere…bocca fresca con tannino ancora croccante. Non così stratificato al sorso anche se espressivo e decisamente lungo. Indomito.
In conclusione che dire? Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino di muscoli certo, ma anche di personalità. Compagno ideale in tavola, adatto soprattutto alla cucina dei freddi mesi invernali.
Insomma, stappalo subito, prima della fine dell’inverno!
E raccontami nei commenti quale Montepulciano d’Abruzzo avevi in cantina ed hai aperto per l’occasione.