Per concludere il nostro breve viaggio nei territori bordolesi, dopo essere stati a Saint-Émilion e a Sauternes, abbiamo deciso di visitare la più antica tenuta di Bordeaux, nelle Graves, a Pessac: Château Pape Clément.
La prima vendemmia risale addirittura al 1252, sotto le insegne del Domaine de la Mothe. Nel 1299 il domaine era posseduto da Gaillard de Goth e suo fratello Bertrand, arcivescovo di Bordeaux, che fu raggiunto dalla notizia della sua elezione a Papa (non era neppure cardinale) mentre si trovava nella tenuta. Divenne Papa con il nome di Clemente V. Nel 1306, alla morte del fratello, il papa Clemente V divenne unico proprietario della tenuta, rinominata Château Pape Clément.
Oggi è guidata da Bernard Magrez, uomo d’affari grande appassionato di vino, proprietario di ben 40 aziende vinicole nel mondo. La mano dell’imprenditore si vede nei grandi investimenti effettuati in vigna e in cantina, ma anche nell’accoglienza gestita con professionale meticolosità. Una squadra di addetti riceve i numerosi visitatori (gruppi da 20 persone) nello shop dell’azienda. Da lì la visita, gratuita ma su prenotazione, si dipana in vigna, poi in cantina e infine nella sala degustazione.
Ecco i vini che abbiamo degustato:




Graves Rouge L’Âme de Pape Clément 2019 – Château Pape Clément
É il terzo vino dell’azienda, viene dopo ovviamente il Grand Vin (che degustiamo poco sotto) e il Clémentin rouge. Per questo vino la raccolta delle uve è meccanica, effettuata la notte per preservarne la freschezza. Fermenta e affina in inox, a parte il 10% della massa che sosta 15 mesi in barrique. Il blend è composto da merlot in maggioranza (48%) con saldo di cabernet sauvignon (35%) e cabernet franc (17%). Vino che parte su sensazioni dolci di frutta matura (cassis, more), ma anche qualche raffinata nota floreale, poi balsamico, pepe nero e legna arsa. Bocca calda e intensa, l’alcol è comunque ben gestito, tannino affusolato e chiusura di bocca con la giusta freschezza e qualche ritorno vegetale. Vino ben confezionato e di ingresso, per cui però non avrei speso in etichetta il riferimento addirittura all’anima di un Papa! (20 €)
Médoc 2016 – Château Les Grands Chênes
Assaggiamo il vino di questa azienda del Médoc, sempre di proprietà di Magrez. Ottenuto da merlot (60%) e cabernet sauvignon. Vendemmia manuale e affinamento in barrique (60% di legno nuovo) per 18 mesi. Al naso è piuttosto ricco e dolce tra note di cioccolato al latte e prugna, cannella e torrefazione, quindi cioccolatino Mon Chéri. A discapito di un naso così barocco, la bocca è invece composta, lo sviluppo soave e il tannino carezzevole, in chiusura esce la parte sapida ed un leggerissimo e piacevole grip tannico. (18 €)
Pessac-Léognan Grand Cru Classé de Graves 2016 – Château Pape Clément
Con impazienza assaggiamo il Grand Vin, di cui abbiamo ottimi ricordi in annate precedenti. È un vino a cui l’équipe di Magrez dedica la massima cura. La vendemmia è manuale e addirittura la diraspatura è effettuata a mano da decine e decine di addetti! Cabernet sauvignon (56%), merlot (40%) e cabernet franc (4%) che fanno fermentazione e macerazione di 30 giorni in botti grandi per poi passare in barrique, per metà nuove, dove il vino sosta complessivamente 18 mesi. Olfatto che parte sui fruttini sia rossi (ribes), sia neri (mirtilli), poi note più austere di sottobosco, affumicato, grafite e chiodi di garofano. Bocca di classe, volume e ampiezza che però non vanno a discapito dello sviluppo, senza spigoli, concentrazione della materia e armonia nella progressione vanno all’unisono, con tannini elegantissimi. Salata la chiusura con raffinata e lunghissima persistenza fruttata. (90 € – 150 €, a seconda dell’annata)
Pessac-Léognan Blanc Clémentin de Pape Clément 2019 – Château Pape Clément
È il second vin bianco dell’azienda, il Grand Vin bianco è molto reputato oltre che raro. Il vino è ottenuto da sauvignon blanc con sémillon e muscadelle a completare il blend. Fermenta e affina in legno, nuovo in prevalenza, con una piccola parte della massa (10%) in uovo di cemento. Naso che parte netto sugli agrumi (pompelmo, mandarino), salvia, poi qualche tocco esotico di passion fruit e pasta frolla. Sorso di grande energia, l’acidità è vivace e perfettamente integrata nella materia. Chiusura tersa e pulita, vino molto piacevole e lontano dal vecchio canone del Bordeaux blanc tutto grassezza e note boisé. (45 €)
Diego Mutarelli
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